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La spesa sanitaria e il medico di famiglia |
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E’ intuitivo che interventi come quelli descritti: prontuario annuale, verifiche di congruità sui DRG, controlli sull’induzione di accertamenti inutili da parte degli specialisti, controllo della spesa farmaceutica, determinerebbero un netto risparmio. Credo però che, se esiste la reale volontà di controllare la spesa sanitaria, sia superato il tempo dei piccoli interventi parcellari, ma che occorra una rivoluzione nel sistema. I cardini di questa rivoluzione, a mio avviso, sono: - centralità del paziente - riduzione degli sprechi e delle duplicazioni inutili - ripensamento dell’aziendalismo in sanità Per rispondere a queste premesse va ripensato l’aziendalismo in sanità, perché non è eticamente accettabile che un ente, pubblico o privato, svolga speculazioni sulla salute del cittadino per implementare i guadagni. La metodologia, per rifondare la sanità pubblica in Italia, non può che vedere, al centro, la figura del medico di famiglia, unica figura sanitaria gradita ai cittadini, come hanno testimoniato recenti indagini di mercato, ed unico sanitario a prendere in considerazione la globalità del paziente e non solo la sua patologia. Il medico di famiglia quindi non solo come gatekeeper, come fonte di risparmio su voci marginali, come oggetto su cui scaricare attività non gradite ad altre figure, ma reale interfaccia tra sanità pubblica e cittadino. Come si configura questa immagine è fondamentale (anche se un po’ offuscato in questi anni): - il MdF è un professionista, che gode di un privilegiato rapporto biunivoco di fiducia col proprio paziente - non è quindi eludibile la singolarità della sua azione, ben distinta, ad esempio, dal tipico lavoro collegiale e gerarchico della sanità ospedaliera - per i MdF può essere studiata, ma col vincolo della libertà di adesione, la possibilità o l’opportunità di forme associative, modulabili come adesso (associazionismo semplice – medici in rete – medici che condividono il medesimo ambulatorio): l’associazionismo deve essere semplificato burocraticamente, nel senso di agevolare la possibilità di creare, sciogliere o modificare con regole chiare e semplici, l’associazione stessa.
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