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Ictus
Inserito il 26 febbraio 2006 alle 20:08:00 da R. Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
cambia
pag 12

Ressa:
Sei sicuro?

Rossi:
Il solito dubbioso! Secondo lo studio che ho citato è così, anche se si tratta di una analisi post-hoc dello studio ESP-2. Per la verità secondo alcuni i risultati a favore del dipiridamolo non sono robusti [43]. Recentemente il NICE ha pubblicato le sue linee guida dove si sostiene che dopo un TIA o un ictus si dovrebbe usare per due anni l'associazione asa + dipiridamolo e in seguito (oppure se il dipiridamolo non è tollerato) si dovrebbe passare al solo asa. Questa raccomandazione però è stata messa in discussione perché si basa su pochi dati e sarebbe prematura (BMJ 2005 Jun 4; 330:1286). Recentemente è stato pubblicato lo studio ESPRIT in cui l'associazione asa + dipiridamolo ha ridotto del 20% un end-point composto (morte cardiovascolare, infarto non fatale, ictus non fatale ed emorragie gravi) in soggetti con TIA o ictus minore trattati per oltre 3 anni [45]. L'opinione dei critici quindi potrebbe cambiare. Dal canto mio ritengo che l'associazione possa essere utile in alcuni pazienti per cui può essere considerata in chi la tollera (da ricordare che nello studio ESPRIT vi era una più elevata percentuale di soggetti che ssospendevano l'associazione per effetti collaterali, soprattutto cefalea, rispetto al solo asa).

Ressa:
Poi c’è il problema dei pazienti che, in corso di terapia, cominciano ad avere petecchie o piccole ecchimosi, generalmente sugli arti superiori, oppure lievi epistassi; a volte chiedono di ridurre i dosaggi dell’asa a giorni alterni (in realtà credo che lo facciano comunque, anche se sconsigliati).
Che mi dici a questo proposito?
 
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