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La contraccezione
Inserito il 26 febbraio 2006 alle 12:43:00 da R. Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Un esempio di tale atteggiamento proviene da una lettera dell’allora capo dell’Ufficio Stampa del Ministero della Sanità:
 
"Ill.mo Professore,
la "pillola del giorno dopo" non è abortiva perché impedisce all'ovulo fecondato di annidarsi nell'utero. La comunità scientifica internazionale dei ginecologi, nel 1985 su richiesta dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha affermato che "la gravidanza ha inizio quando l'ovulo fecondato attecchisce all'utero materno".
Intervenendo prima di questo momento non si interrompe la gravidanza perché questa non ha ancora inizio. Non c'è infatti aborto se non c'è gravidanza.
Questo in punto di scienza. In punto di etica (e di bioetica) Lei allega un parere dell'Istituto di Bioetica cattolica, legittimo e rispettabilissimo. Ma esiste anche un'etica cosiddetta laica che lei non cita ma che altri condividono. Ma né sull'una né sull'altra mi sembra opportuno intervenire, lasciando ad entrambe le posizioni, diritto di obiezione.
Con osservanza
 
Questa lettera riflette la linea sostenuta dalle Autorità sanitarie di allora nella vicenda. Si tratta di una linea tranquillizzante, che ha l'effetto di portare il lettore a credere che questa pillola non ha effetti negativi sulla vita nascente e che quindi può essere utilizzata, fatte salve le debite cautele di carattere medico, come un qualunque altro contraccettivo. Chiarita la parte "scientifica", si relegano le contestazioni all'ambito delle opinioni etiche che, come tutti sanno, sono diversificate.
Alcuni infatti sostenevano la tesi che il norlevo agisse soltanto o prevalentemente come anticoncezionale (vedi: http://www.carloflamigni.com/Newsletter/indice.asp?ID=60 ), altri invece imputavano al norlevo un’azione antiannidamento e quindi potenzialmente abortiva. A tale riguardo alcuni ordini dei farmacisti presero posizione e, contrariamente a quanto in un primo momento sostenuto dal ministero dell’allora Sanità, ammisero l’obiezione di coscienza.
 
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