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Tromboembolismo venoso
Inserito il 18 febbraio 2006 alle 15:52:00 da R. Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Rossi:
Un altro studio [11] ha invece esaminato il rischio di recidiva in relazione ai livelli di D-dimero, misurati 3 settimane dopo la sospensione della TAO: chi aveva valori inferiori a 250 mg/dL presentava un rischio di recidiva inferiore del 60% rispetto a chi aveva valori superiori. Questo dato è confermato anche da uno studio più recente [23] in cui si è dimostrato che dopo un episodio di tromboembolismo venoso valori di D-dimero alterati ad un mese dalla sospensione dell'anticoagulazione sono associati ad un aumento del rischio di recidiva ma che tale rischio si può ridurre riassumendo la TAO.
Sul rischio di recidiva sembra pesare anche il sesso del paziente: gli uomini hanno un rischio maggiore delle donne [20,21].
In un altro studio [22] è stato confermato che il sesso maschile, un primo episodio di trombosi venosa profonda idiopatica e i contraccettivi orali sono i maggiori fattori di rischio per le ricorrenze, mentre poco importanti appaiono le anomalie di laboratorio a carattere trombofilico (con l'esclusione degli anticorpi antifosfolipidi che non sono stati valutati dallo studio e che forse potrebbe valere la pena di richiedere).
Si rende necessario quindi stratificare i pazienti in base al loro rischio, considerando una terapia prolungata nei soggetti a rischio maggiore : TEV apparentemente idiopatiche, episodi recidivanti, soggetti costretti all'immobilità per importanti patologie, pazienti oncologici, sesso maschile, uso di contraccettivi orali. Nell'algoritmo decisionale si potrebbe prevedere anche il dosaggio del D-dimero e forse degli anticorpi antifosfolipidi.
Da ricordare infine che nelle forme recidivanti bisogna escludere una sottostante neoplasia.

Ressa:
E nei casi in cui il warfarin è controindicato?

Rossi:
Nei casi in cui il warfarin sia controindicato (per esempio in gravidanza) si usa un'EBPM.

Ressa:
Fatto in una paziente che si presentò, gravida, in studio, con una coscia tumefatta, le feci fare al volo un prelievo (che dimostrò un deficit di proteina S).
Proseguì l’eparina per tutta la gravidanza e gliela prescrissi per tutta la durata della seconda, da lì a pochi anni di distanza.
Sono nati due bei poponi, uno si chiama Giuseppe.
 
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