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Scompenso cardiaco
Inserito il 16 febbraio 2006 alle 19:15:00 da R. Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Ressa:
Mi sbaglio o c'è anche una classificazione alternativa più recente?

Rossi:
Si. Nel 2001 l'American Heart Association e l'American College of Cardiology [2] hanno proposto una classificazione che prevede uno stadio A (pazienti senza sintomi e senza alterazioni cardiache ma a rischio di scompenso (ipertensione, cardiopatia ischemica, diabete, storia di abuso etilico o uso di farmaci cardiotossici), uno stadio B (pazienti senza sintomi ma con alterazioni cardiache (infarto miocardico, valulopatie, ipertrofia ventricolare sinistra, dilatazione o ipocontrattilità del ventricolo sinistro, disfunzione ventricolare sinistra, vale a dire una frazione di eiezione inferiore al 40%), uno stadio C (pazienti con cardiopatia e sintomi oppure senza sintomi ma che in passato hanno avuto dei sintomi di scompenso (in questo caso anche se i pazienti sono divenuti asintomatici non è possibile il ritorno allo stadio B) e per finire uno stadio D (pazienti con sintomi persistenti a riposo, che necessitano di ricoveri e terapie infusive o in attesa di trapianto cardiaco).

Ressa:
Mi pare ci siano alcune differenze.

 
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