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Il prolasso della mitrale e' una malattia grave o no?

Categoria : cardiovascolare
Data : 30 dicembre 1999
Autore : admin

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Testo :

E' noto che, specialmente dopo l' avvento delle metodiche ecocardiografica, la diagnosi di prolasso della mitrale, specie se effettuatain base a tale metodica, costituisca in cardiologia una fra le piu’ frequenti e spesso abusate diagnosi. In alcuni studi è stata associata ad eventi anche importanti quali la morte improvvisa e l’ictus, in particolare fra i pazienti piu’ giovani. Sono stati effettuati ad Harvard due diversi studi che aiutano a fare il punto sulla rwale siuazione, valutando l’incidenza reale del prolasso mitralico nella popolazione e il rischio cerebrovascolare a questo associato.
Il primo lavoro, a nome della dott.ssa L. A. Freed e coll.(N. Engl. J Med. 1999;341:1-13), ha esaminato gli ecocardiogrammi di 1845 donne e 1646 uomini inclusi nella popolazione del Framingham Heart Study. Come forma classica di prolasso è stata definita la retroflessione sistolica dei lembi verso l’atrio sinistro di almeno 2 mm, con uno spessore degli stessi di almeno 5 mm. Per spessori minori il prolasso veniva definito non tipico. E' risultato che il 2,4% della popolazione presentava un prolasso (1,3% in forma tipica e l' 1,1% atipica). Non vi erano differenze in termini di incidenza di scompenso cardiaco, aritmie o eventi cerebrovascolari fra il gruppo con l’alterazione valvolare ed il resto della popolazione. L’insufficienza mitralica era più frequente, ma sempre di grado minimo o lieve. Su queste basi gliautori concludono che l’incidenza di questa patologia è inferiore a quanto precedentemente riportato.
Il secondo studio, eseguito dal gruppo del dott. D. Gilon, ha esaminato i dati clinici ed ecocardiografici di 213 pazienti di età uguale o inferiore a 45 anni con storia positiva per eventi cerebro-vascolari. In questo studio l'incidenza di prolasso mitralico in questo gruppo è stata pari all’1,9%, rispetto al 2,7% di un campione di 263 soggetti di controllo.
Anche questi autori concludono per una minore incidenza del prolasso nella popolazione generale rispetto a quanto prededentemente e comunemente; concludono anche che nei pazienti giovani non è evidente una chiara associazione con eventi neurologici di tipo ischemico.
(N.E.J.M. 1999;341:8)



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