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Vitamina D: mito o realtà?

Categoria : metabolismo
Data : 02 marzo 2014
Autore : admin

Intestazione :

Risultati incoerenti tra studi osservazionali e RCT sugli effetti salutari della vitamina D: permangono i dubbi.



Testo :

La vitamina D è un pro-ormone che gioca un ruolo essenziale nell’assorbimento del calcio ed è usata per la prevenzione e cura dell’osteoporosi. Una recente metanalisi di Lancet (1) ha messo in discussione tale assunto mostrando che i vantaggi non esistono.
Non solo, una crescente mole di studi epidemiologici ha messo in relazione bassi valori di vitamina D con diverse malattie extrascheletriche, diabete, malattie cardiovascolari, tumori, demenza e tutte le cause di morte, al contrario valori normali/alti sarebbero, invece, protettivi. Per esempio coloro con alti valori di vitamina D avrebbero una diminuzione degli eventi cardiovascolari di oltre il 58%, oltre il 38% di diabete, oltre il 33% di tumore colorettale e del 29% di tutte le cause di morte. (3) Il primo trial della storia risale al 1848 in un Ospedale di Londra, il Royal Brompton Hospital, dove furono arruolate oltre 1000 ammalati di TBC e 542 furono trattati con olio di fegato di merluzzo tre volte al giorno. Il 19% dei trattati peggiorò o morì contro il 33% dei controlli. (2) La scoperta della vitamina D avvenne, però, nel 1930.

Una recente metanalisi (3) ha paragonato questi strepitosi risultati con studi randomizzati. La metanalisi comprendeva 290 studi prospettici di coorte e studi caso-controllo (279 su manifestazione di malattie e 11 su cancro) e 172 RCT con outcome sul rischio di malattia in cui venne usata Vitamina D3 e D2. Vennero esclusi RCT in cui la Vit. D venne usata con altri integratori e trials che usavano cibi arricchiti in Vit. D. Questi trials comprendevano pazienti con una concentrazione media di 50 mmol/L (20 mg/dl) e vennero trattati con 50 microgrammi o più/die di vitamina D che corrispondono a 2000 UI (1 UI = 0,025 microgrammi).
Risultati. Gli studi prospettici documentavano una diminuzione da moderata a forte di malattie cardiovascolari, diabete, lipidi ematici, markers di infiammazione, malattie infettive, disordini dell’umore, declino della funzione cognitiva associata all’aumento della vitamina D mentre gli RCT documentavano uno scarso o nessun effetto. Per i tumori gli studi prospettici documentano un effetto protettivo della supplementazione di vitamina D solo per il tumore colo-rettale mentre gli RCT non documentano nessun effetto.


La spiegazione data dagli autori è che la diminuzione della vitamina D sia un marker di malattia e non la causa. Però è anche vero che il deficit di vitamina D è talmente diffuso nella popolazione generale che ci sembra una conclusione troppo semplice.




Prevalenza del deficit di vitamina D nelle donne gravide e nella popolazione generale. (Holick 2013 http://goo.gl/bLxIoK )



Sono in corso 5 studi che potranno chiariranno i dubbi. Per una panoramica si veda la review. (4)




L’autore del presente articolo tende ad inserire tra gli esami di routine il dosaggio della vitamina D e raramente si riscontrano persone con valori normali. La tendenza è quella di trattare.

Clementino Stefanetti


Riferimenti bibliografici

1) Reid IR. Effects of vitamin D supplements on bone mineral density: a systematic review and meta-analysis. Lancet. 2013 Oct 10. S0140-6736(13)61647-5.
http://press.thelancet.com/vitD.pdf

2) Cod liver oil and tuberculosis. BMJ 2011; 343 (Published 20 December 2011) Cite this as: BMJ 2011;343:d7505

3) Philippe Autier. Vitamin D status and ill health: a systematic review. The Lancet Diabetes & Endocrinology, December 6, 2013. S2213-8587(13)70165-7
http://press.thelancet.com/vitaminDstatus.pdf

4) Kai Kupferschmidt. Uncertain Verdict as Vitamin D Goes On Trial. http://goo.gl/yX5pVw

5) Mithal A. Global vitamin D status and determinants of hypovitaminosis D. Osteoporos Int. 2009 Nov;20(11):1807-20.

6) IARC. Vitamin D and Cancer. IARC Working Group Reports Vol 5, International Agency for research on Cancer, Lyon, 2008. http://goo.gl/x2CHrF



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