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Il chirurgo operatore risponde dell' errore anche se indotto da altri

Categoria : medicina_legale
Data : 03 marzo 2013
Autore : admin

Intestazione :

Il chirurgo che asporta l' ovaio sbagliato su errore dei medici di reparto non puo’ essere escluso da responsabilita’ attraverso il “principio di affidamento” se a sua volta non ha verificato tutto il verificabile (Cass. IV Penale , 48226/2012)



Testo :

I fatti:
Un chirurgo, nel corso di un intervento effettuato in laparoscopia, aveva asportato ad una paziente per errore l’ ovaio sinistro (sano) anziche’ l’ ovaio destro (malato).
Il medico si era difeso appellandosi al “principio di affidamento”, essendosi lui basato su un errore commesso da altri sanitari, che avevano annotato in cartella come l’ ovaio malato fosse il sinistro. Inoltre, per una “incredibile fatalita’” nel momento dell’ intervento l’ ovaio malato era apparso al medico operatore come “sano”, essendosi temporaneamente e apparentemente normalizzato, mentre l’ altro ovaio si presentava notevolmente aumentato di volume. In base a tali reperti, che sembravano confermare l’ indicaione erronea degli altri medici, il chirurgo era stato indotto, incolpevolmente in errore.
La Cassazione respingeva pero’ tutte le argomentazioni del chirurgo convalidando la condanna per lesioni colpose.
Secondo i Magistrati il medico non può invocare il "principio di affidamento" a propria discolpa se "in spregio alla regola minima di prudenza e diligenza" ha "proceduto all'asportazione chirurgica sulla base di una mera annotazione cartacea, pur proveniente dal medico addetto all'accettazione, senza fare luogo all'agevole, rapido e sicuro riscontro ecografico… deve considerarsi negligente il comportamento del chirurgo responsabile dell'intervento, il quale, facendo esclusivo affidamento sulla pregressa diagnosi svolta dal suo aiuto e comunicatagli verbalmente in sala operatoria, proceda all'operazione senza avere prima proceduto al riscontro della stessa".
Sul secondo argomento (l’ alterazione morfologica temporanea delle ovaie che aveva indotto in errore il chirurgo) la Corte ha spiegato che "la visione endoscopica, in casi del genere, non risulta risolutiva, poiché non in grado di evidenziare quale fosse l'ovaio malato da estirpare".

Commento personale:
Questa sentenza si aggiunge alla ormai sterminato elenco di condanne di medici basate su criteri molto dubbi. Fare il medico, e segnatamente il chirurgo, sembra ormai un lavoro talmente a rischio che appare giustificata la fuga dalle specializzazioni piu’ esposte.
Al chirurgo vengono ormai attribuite le responsabilita’ piu’ astruse, addirittura “in conto terzi” per negligenze altrui, fino (ad esempio, come riportato in altro articolo) all’ obbligo di controllo e manutenzione delle attrezzature elettromedicali dell’ ospedale.
Come ho esposto in altri articoli sembra che che si sommino una mentalita’ “punitiva” verso il medico e una mentalita’ “buonista a tutti i costi” verso il paziente, ristorato economicamente a spese del sanitario.
Se il trend non viene modificato, appare del tutto vana la speranza di ridurre il ricorso alla medicina difensiva; ne’ le attuali modifiche legislative sembrano in grado di indurre tali modifiche.
Daniele Zamperini



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