Azioni Regolatorie sui farmaci biologiciCategoria : scienze_varie Data : 02 dicembre 2008 Autore : admin Intestazione : Per un biologico la probabilità di subire la prima azione regolatoria relativa alla sicurezza è del 14% a 3 anni e del 29% a 10 anni dopo l’approvazione, più spesso a carico di anticorpi, recettori e fattori di crescita. Testo : Contesto La probabilità, in base al modello Kaplan-Meier, per un biologico di subire la sua prima azione regolatoria relativa alla sicurezza è stata del 14% (95% CI, 9%-19%) 3 anni dopo l’approvazione e del 29% (95% CI, 20%-37%) 10 anni dopo l’approvazione. I biologici che sono stati i primi ad essere approvati, nel loro sottogruppo chimico, farmacologico e terapeutico hanno avuto un rischio significativamente più elevato di incorrere in azioni sanzionatorie rispetto ai prodotti approvati successivamente (HR, 3.7; 95% CI, 1.5-9.5). Quando i prodotti approvati per primi hanno incluso anche biologici approvati in un sottogruppo chimico farmacologico e terapeutico nel quale erano state già approvate piccole molecole, è stato trovato un significativo incremento del rischio di incorrere in una prima azione sanzionatoria (HR, 2.3; 95% CI, 1.1-4.8). I biologici approvati tra Luglio 2001 e Giugno 2007 hanno avuto un incremento non significativo del rischio di incorrere in una prima azione regolatoria rispetto ai biologici approvati tra Gennaio 1995 e Giugno 2001. (HR, 1.5; 95% CI, 0.8-2.8). Un rischio significativamente più alto di incorrere in una prima azione sanzionatoria rispetto agli ormoni, è stato riscontrato per gli anticorpi (HR, 12.1; 95% CI, 3.6-40.9), per le citochine (HR, 17.3; 95% CI, 3.5-86.1), per i fattori di crescita (HR, 8.2; 95% CI, 1.4-49.1), per gli interferoni (HR, 7.3; 95% CI, 1.6-32.8), e per i recettori (HR, 34.2; 95% CI, 5.6-211.1). A paragone con gli anticorpi monoclonali umanizzati, gli anticorpi monoclonali chimerici non hanno mostrato un rischio significativamente più elevato (HR, 2.9; 95% CI, 0.9-9.9) e gli anticorpi monoclonali murini hanno mostrato un rischio più basso (HR, 0.2; 95% CI, 0.03-0.7) di una prima azione sanzionatoria. Le azioni regolatorie emesse per i biologici riguardano disturbi sistemici e reazioni nel sito di somministrazione (26.8% di 82), infezioni e infestazioni (22%), disordini del sistema immunitario (15.9%), e neoplasie benigne, maligne e non specificate (12.2%). Conclusioni Questo studio ha dimostrato che almeno il 50% delle azioni regolatorie relative alla sicurezza per i biologici è stato fatto per i disturbi generali, per le reazioni nel sito di somministrazione, e per infezioni e infestazioni. Gli avvisi relativi ad infezioni e infestazioni sono stati spesso correlati ad un effetto di immunomodulazione dei biologici. Sebbene siano noti i limiti degli studi preclinici per i biologici, i risultati di studi farmacologici, preclinici, e clinici potrebbero consentire di identificare i rischi potenziali relativi ai prodotti per i quali sarebbe necessario un attento monitoraggio post approvazione. I professionisti di salute dovrebbero temere gli specifici rischi relativi alla classe, relativamente nuova, dei biologici per poter provvedere a stabilire un legame tra uso del biologico ed eventuale problema clinico del paziente. Inoltre, le classi di anticorpi (monoclonali), di citochine, di fattori di crescita, di interferoni, di recettori e i primi biologici approvati in un sottogruppo chimico farmacologico e terapeutico sono in maniera specifica inclini ad una prima azione regolatoria; è ulteriormente raccomandato un attento monitoraggio di questi biologici. Limiti Gli autori stessi evidenziano due possibili limiti dello studio. Poiché non tutti i farmaci sono stati immessi sul mercato immediatamente dopo la loro approvazione, anzi, alcuni di essi non sono stati mai commercializzati, mentre sono stati inclusi nello studio tutti i biologici che hanno ottenuto l’autorizzazione al commercio, questo avrebbe potuto determinare una sottostima delle azioni regolatorie, Il secondo limite è legato al fatto che il campione limitato in esame e l’esiguo numero di azioni regolatorie, con un intervallo di confidenza al 95%, rendono difficile la valutazione dei risultati non statisticamente significativi. Conflitto di interessi Gli autori lavorano in un dipartimento che riceve finanziamenti da diverse ditte farmaceutiche. (Organon, Merck-Serono, GlaxoSmithKline, Novo Nordisk, Roche) Fonte Thijs J. Giezen, Aukje K. Mantel-Teeuwisse Sabine M. J. M. Straus, Huub Schellekens, Hubert G. M. Leufkens, Antoine C. G. Egberts. JAMA. 2008;300(16):1887-1896. Commento di Patrizia Iaccarino L’avvento dei farmaci biologici ha sicuramente rappresentato una nuova frontiera per il trattamento di patologie complesse e spesso fortemente invalidanti, quali malattie reumatologiche (artrite reumatoide, morbo di Crohn), sclerosi multipla, psoriasi, tumori (linfomi, carcinomi del colon, tumori della mammella), trapianti d’organo. Tuttavia essi presentano rischi specifici, legati prevalentemente alla loro immunogenicità. Il presente articolo sembra fornire una rassicurazione circa i rischi dei biologici, eppure tante ancora sono le domande che restano aperte circa il rapporto rischio/beneficio di questa categoria di farmaci. Innanzitutto per quanto riguarda la durata della loro efficacia, e, quindi, i tempi delle terapie; secondariamente, mancando ancora dati sufficienti sul loro impiego a lungo termine, per quanto riguarda la loro sicurezza e, in particolare, il rischio che il blocco immunitario possa dar luogo a degenerazioni neoplastiche. Probabilmente dovremo abituarci ad avere a che fare sempre più con farmaci “generici” (o, meglio, “equivalenti”) da un lato e con “biologici” dall’altro; pertanto, è opportuno che chi lavora sul territorio, in particolare i medici di medicina generale, acquistino sempre più dimestichezza con questi farmaci, sia per la valutazione della loro efficacia, sia per il monitoraggio, attento e stretto, dei loro eventuali effetti collaterali. Soprattutto perché i biologici, pur essendo farmaci innovativi e ancora relativamente giovani, presentano rischi specifici, è importante che i medici di medicina generale valutino le indicazioni per le quali tali farmaci vengono prescritti (sulla reale necessità del loro impiego in ogni caso specifico) e vigilino sull’ insorgenza di eventuali eventi avversi, segnalandoli puntualmente alle strutture competenti. Senza le puntuali e tempestive segnalazioni non sarà possibile valutare correttamente il rapporto rischio/beneficio dei farmaci in genere, dei biologici in particolare, nel setting della pratica clinica. |