Vai a Pillole.org
Globalizzazione e migrazione sanitaria


Categoria : scienze_varie
Data : 12 maggio 2007
Autore : admin

Intestazione :

La globalizzazione sta producendo anche un aumento della migrazione dei lavoratori sanitari con possibili ripercussioni negative nei paesi più poveri.



Testo :

La globalizzazione dei commerci, oltre ad una discutibile redistribuzione della ricchezza, sta producendo anche un fenomeno poco conosciuto ma già individuato come emergente problema di sanità mondiale: la migrazione internazionale di operatori del comparto sanitario. Il fenomeno non riguarda solo i medici e farmacisti ma anche infermieri, tecnici e altri operatori di più basso profilo professionali che emigrano da paesi del terzo mondo verso i paesi ricchi. Ciò comporta una crescente scarsità di operatori sanitari nei paesi più poveri del mondo, dove più sarebbero necessari, per compensare la crescente domanda di cure mediche e assistenza sanitaria nei paesi ricchi.
Perchè avviene questa migrazione verso paesi in cui vi è già abbondanza se non saturazione di medici? La ragione principale è come sempre economica: nei paesi da cui si emigra le condizioni salariali sono infime, con salari medi per un medico inferiori anche di 24 volte rispetto ai paesi ricchi. Paesi come India, Filippine o Nigeria – paesi molto popolosi che addestrano un alto numero di medici – addirittura incoraggiano l’emigrazione di personale sanitario per favorire le rimesse degli emigrati che tradizionalmente inviano parte dei loro introiti alle famiglie rimaste nel paese di origine, producendo un vero e proprio surplus di personale sanitario “ da esportazione”. Purtroppo, come sempre più spesso accade in altri campi del commercio, la richiesta di merci o servizi non corrisponde sempre a ciò che il mercato offre. Accade quindi, come già segnalato negli Stati Uniti dove è in grande aumento la richiesta di servizi infermieristici, che medici immigrati, pur di entrare nel mercato del lavoro, si adattino a fare gli infermieri. (McVicar N (2002) Foreign physicians take up nursing as they resettle in U.S. Available: http://www.centredaily.com/mld/centredaily/ news/4642809.htm.)
Ciò comporta con tutta evidenza un doppio danno per i paesi poveri: da una parte il paese investe nella formazione di personale medico di cui non utilizzerà poi il lavoro, dall’altra questi medici rischiano di venire impiegati con mansioni ( e remunerazioni) inferiori all’addestramento ricevuto. Il tutto senza considerare le conseguenze connesse allo sradicamento culturale e familiare degli emigranti e le implicazioni psicologiche.
Una ulteriore forma di depauperamento delle risorse sanitarie dei paesi poveri è l’invio di medici in altri paesi per specializzarsi, attratti da invitanti borse di studio. Spesso questi medici, una volta formati, non tornano più nei paesi di origine causando una perdita secca per il paese che ne ha sostenuto la maggior parte dei costi educativi. A peggiorare la situazione. accade anche che si formi un particolare circolo vizioso, ben noto nei paesi a vocazione migratoria, per cui nei paesi terminale dell’emigrazione si formano piccole comunità locali che hanno forti capacità di attrazione sui connazionali rimasti in patria.
Gli Stati Uniti sono verosimilmente il più grande “consumatore” di personale sanitario proveniente dai paesi del terzo mondo. Uno studio analizza nel dettaglio questo fenomeno con dati provenienti dal 2002 American Medical Association Physician Master, archivio ufficiale che contiene informazioni dettagliate su tutti i 771.491 medici attivi negli USA nel 2002.
I dati raccolti sono abbastanza impressionanti: il 23% dei medici attivi in USA hanno ricevuto il loro addestramento professionale in altri paesi, la maggior parte dei quali ( il 64%) sono paesi a basso e medio-basso reddito.


Marco Grassi



STAMPACHIUDI
info@pillole.org | Pillole.org
© Pillole.org 2024 Pillole Reg. T. di Roma 2/06
stampato il 06/07/2024 alle ore 00:31:09