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"Dare i numeri" per fare scandalo: le fantasiose cifre sui morti in corsia. E gli Ordini?

Categoria : professione
Data : 31 ottobre 2006
Autore : admin

Intestazione :

Associazioni in cerca di pubblicita' pubblicano dati terrorizzanti ma non comprovati sui decessi per colpa medica. , nel silenzio degli Ordini professionali



Testo :

Apprendiamo dai giornali che un’ Associazione professionale (che certamente non terremo piu’ nel novero di quelle attendibili), l’ Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) non ha saputo resistere alla tentazione di far sensazione per finire sulle pagine dei giornali.
Nel corso di un convegno da loro stessi organizzato a Milano hanno sparato cifre che fanno accapponare la pelle: gli errori medici nelle corsie ospedaliere fanno piu’ vittime degli incidenti stradali, degli infarti e di molti tumori: 30-35.000 morti l’ anno, circa 90 al giorno.
Il tutto comporterebbe, per di piu’ un costo economico enorme, stimato in 10 miliardi di euro l’ anno. L’ Associazione punta il dito sulla disorganizzazione delle strutture sanitarie offrendo anche (evidentemente sentendosi al di sopra del problema) strumenti finalizzati a correggere questo aspetto.
Una domanda sorge spontanea: ma dove hanno preso mai questi dati, i signori? Come hanno potuto controllare cartelle cliniche e schede ospedaliere di reparti o istituti di cui non fanno parte? Come hanno potuto conteggiare cosi’ esattamente i “morti per colpa medica”? E se li hanno potuti contare (e quindi individuare) con precisione, perche’ non hanno presentato questi dati alla Procura della Repubblica, e non a un convegno scientifico?
Una strage del genere, peggiore dei genocidi tanto esecrati nel passato, non puo’ essere ridotta ad una chiacchierata intorno ad un tavolo!
E’ possibile, ovviamente, che i relatori siano stati fraintesi, e il senso delle loro affermazioni stravolto dai mezzi di comunicazione; magari il numero citato si riferisce solo agli errori medici piu' banali e inoffensivi, come le sviste burocratiche sulle cartelle cliniche (e in questo caso saremo lieti di pubblicare una rettifica).
Ma se cosi’ non fosse, essi devono essere chiamati a rispondere delle loro affermazioni in tutte le sedi competenti, da quella giudiziaria a quella Ordinistica, perche’ tali affermazioni, se non adeguatamente comprovate, sono gravemente lesive del decoro e del prestigio della categoria, e dovrebbero essere adeguatamente considerate.
In ogni caso occorre chiarezza: se queste cifre sono vere, i responsabili di tante morti vanno perseguiti e auspicabilmente allontanati dalla professione; se non lo sono, va impedita la diffusione di notizie cosi' allarmanti e diffamatorie.
DZ-GZ



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