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La falsa memoria: eppure mi sembrava vero...

Categoria : psichiatria_psicologia
Data : 19 settembre 2006
Autore : admin

Intestazione :

Si studiano i meccanismi dei falsi ricordi, della loro rielaborazione, delle fantasie e delle allucinazioni



Testo :

Spesso il cervello non riesce a fare distinzione fra i ricordi e le fantasie.
Una ricerca svolta a Londra nell’ Institute of Cognitive Neuroscience della University College di Londra da Jon Simmons e Paul Burgess, mostra che una volta su cinque confondiamo fantasie con ricordi.
Questo avverrebbe perche’ la nostra mente tapperebbe i buchi di memoria con prodotti di fantasia. L’esperimento ha mostrato come i falsi ricordi siano per la maggior parte “attesi”, ovvero coerenti con quello che ci si aspetterebbe che sia successo nel vero ricordo.
Nell’esperimento ai partecipanti
venivano mostrate coppie di parole di uso comune, come ad esempio “Stanlio e Ollio” o “Rock and Roll”. Dopo la somministrazione, veniva chiesto di quante lettere era composta la seconda parola.
In realtà, spesso la seconda parola non veniva mostrata affatto, lasciando in questo modo in sospeso la frase. Ai partecipanti era chiesto di dire anche se la seconda parola era stata mostrata o meno.
Nel corso degli esperimenti, veniva inoltre monitorata l’attività cerebrale dei partecipanti attraverso la risonanza magnetica funzionale.
La risonanza ha permesso di evidenziare che quando il ricordo evocato corrispondeva a realtà, aumentava l’ attivita’ delle aree cerebrali coinvolte nello sviluppo dell’immaginazione e dell’ analisi della realtà.
Lo studio, pubblicato su “Neuroimages”, ha evidenziato che le aree che si attivano nelle persona sane mentre cercano di ricordare se un evento è realmente accaduto o se è frutto di fantasia sono le stesse che invece hanno problemi funzionali nelle persone che soffrono di allucinazioni.
E’ ipotizzabile quindi, che le allucinazioni siano causate da una difficoltà, per malfunzionamento di specifiche aree cerebrali, nella discriminazione tra informazioni reali e immaginate. Nella schizofrenia, commentano gli Autori, questa difficoltà è esasperata e le persone hanno allucinazioni e sentono voci che nella realtà non ci sono.
In realtà, il problema dei falsi ricordi e’ una questione di vecchia data. Un numero consistente di ricerche sviluppate negli ultimi 3 decenni, ha infatti messo in luce che le persone possono riferire di aver percepito informazioni che non hanno mai percepito(Norman e Schacter, 1997), oltre ovviamente a non ricordare cose che hanno invece visto. Il problema dei falsi testimoni in buona fede e’ un noto e grave problema delle aule giudiziarie.
Ma cosa è la memoria? Se le prime teorie vedevano la memoria come un magazzino cui attingere informazioni precedentemente immagazzinate, ormai essa è vista come un processo di continua ricostruzione. Il ricordo non viene più semplicemente richiamato alla mente, ma viene ricostruito, in parte basandosi sui ricordi veri e propri, e in parte “pescando” da episodi simili. Del resto, lo stesso processo di immagazzinamento non è del tutto fedele alla realtà, ma subisce influenze dallo stato generale del soggetto (ansia, stress, livello di attenzione, eventuali compiti concorrenti …), dalla cultura (è possibile dare un significato differente a quanto accade a seconda del grado i comprensione che si ha di quel determinato evento), e da mille altre variabili, sia strutturali della persona, che congiunturali (proprie della situazione momentanea, come la temperatura, l’illuminazione, ecc. ecc.).
Il processo mnesico non è, quindi semplicemente rievocativo, quanto piuttosto ricostruttivo, e dipendente dalla persona.
Guido Zamperini
Fonti: Simons JS, Davis SW. Discriminating imagined from perceived information engages brain areas implicated in schizophrenia. Neuroimage 2006; doi:10.1016/j.neuroimage.2006.04.209
Norman, K., Schacter, D.L. (1997). False recognitions in younger and old adults: exploring the characteristics of illusory memories, in Memory and Cognition, 25, pp. 838-848



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