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Aspirina fornisce benefici diversi tra uomini e donne


Categoria : cardiovascolare
Data : 03 marzo 2006
Autore : admin

Intestazione :

L'aspirina in prevenzione primaria riduce il rischio di stroke ischemico nelle donne e di infarto miocardico negli uomini a fronte di un aumento del rischio emorragico paragonabile nei due sessi.



Testo :

La presente metanalisi, frutto della collaborazione di ricercatori americani e dell'Istituto Mario Negri di Milano, si proponeva di determinare i rischi e i benefici dell'aspirina in prevenzione primaria negli uomini e nelle donne. A tal fine è stata compiuta una ricerca su vari database (dal 1966 al marzo 2005) che ha permesso di ritrovare sei RCT per un totale di 95.456 pazienti: 3 RCT includevano solo uomini, 1 RCT solo donne e 2 RCT entrambi i sessi.
Fra le 51.342 donne trattate si verificarono 1285 eventi cardiovascolari: 625 strokes, 469 infarti del miocardio e 364 decessi da causa cardiovascolare. L'asa riduce il rischio di eventi cardiovascolari combinati del 12% (OR 0,88; IC95% 0,79-0,99), dello stroke del 17% (OR 0,83; IC95% 0,70-0,97) per una riduzione dello stroke di tipo ischemico (OR 0,76; IC95% 0,63-0,93) ma non dell'infarto miocardico e della mortalità cardiovascolare.
Fra i 44.114 uomini ci furono 2047 eventi cardiovascolati maggiori: 597 strokes, 1023 infarti miocardici e 776 morti cardiovascolari. L'asa riduceva il rischio di eventi cardiovascolari del 14% (OR 0,86; IC95% 0,78-0,94), del 32% il rischio di infarto miocardico (OR 0,68; IC95% 0,54-0,86) ma non del rischio di stroke o della mortalità cardiovascolare.
Il rischio emorragico era aumentato del 68% nelle donne (OR 1,68; IC95% 1,13-2,52) e del 72% negli uomini (OR 1,72; IC95% 1,35-2,20).
Gli autori dello studio concludono che l'aspirina in prevenzione primaria riduce il rischio di stroke ischemico nelle donne e di infarto miocardico negli uomini a fronte di un aumento del rischio emorragico paragonabile nei due sessi.

Fonte: JAMA. 2006 Jan 18;295:306-313.

Commento di Renato Rossi

Ci siamo già occupati dell'argomento, sia commentando lo studio in cui l'aspirina era stata usata solo in donne senza precendenti cardiovascolari [1] sia riferendo questa metanalisi, presentata in anteprima al meeting annuale dell'American Heart Association a Dallas (pillola del 01.12.2005).
In pratica quest'ultimo studio conferma quanto già scrivemmo a suo tempo: l'aspirina si comporta diversamente nelle donne (dove riduce il rischio di ictus ischemico ma non quello di infarto miocardico) e negli uomini (dove riduce il rischio di infarto ma non quello di ictus). In effetti le donne sembrano avere un rischio più elevato di stroke che di infarto e questo potrebbe spiegare il comportamento diverso dell'asa nei due sessi.
Rimane la questione di quando usare l'aspirina in prevenzione primaria: le varie linee guida generalmente la consigliano nei pazienti a rischio cardiovascolare a 10 anni superiore al 10% perchè per soglie più basse i benefici vengono probabilmente annullati, se non superati, dagli eventi emorragici. L'NNT risultante da questa metanalisi per evitare un evento cardiovascolare è di 333 per le donne e di 270 per gli uomini, quindi non particolarmente attraente. Si devono quindi bilanciare i benefici con i rischi emorragici che, in entrambi i sessi, sono aumentati del 70% con l'uso dell'antiaggregante. Gli autori sottolineano però che i pazienti arruolati negli studi non erano, in genere, a rischio particolarmente elevato: limitando l'uso dell'asa ai soggetti maggiormente a rischio si avrebbe probabilmente un NNT più favorevole.
Nelle donne, inoltre, la decisione è complicata dal fatto che le carte o software calcolano soprattutto il rischio di infarto oppure il rischio CV globale. La decisione va quindi personalizzata: si potrebbe pensare di privilegiate in prima istanza le donne che si ritiene a rischio più elevato di ictus (per esempio per la presenza di placche stenosanti a livello carotideo o perchè hanno una familiarità importante per stroke ischemico).

Bibliografia

1. N Engl J Med 2005; 352: 1293-1304



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