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In Italia mutilazioni sessuali effettuate da medici?


Categoria : professione
Data : 26 settembre 2005
Autore : admin

Intestazione :

Secondo il Direttore della Medicina delle migrazioni del S. Gallicano di Roma in Italia si sarebbero verificati casi di bambine operate di infibulazione da medici.



Testo :

Il professore Aldo Morrone, direttore della Medicina delle migrazioni dell'Istituto San Gallicano di Roma denuncia che nel nostro paese le infibulazioni sono frequenti e spesso sarebbero effettuate clandestinamente anche da medici per una somma intorno ai 500 Euro.
Nella maggiornanza dei casi le pratiche di mutilazione sessuale verrebbero fatte in casa dalla nonna, ma non mancherebbero i casi in cui si ricorre a qualche medico. La denuncia è sta fatta all'81° Congresso della Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia. Inoltre, secondo Morrone, si effettuerebbero viaggi di ritorno al Paese di origine delle ragazzine, durante le vacanze scolastiche, durante i quali verrebbero messe in atto tali pratiche. Chi ha soldi andrebbe in cliniche private specializzate in Siria o a Dubai. Per tutte le altre la pratica verrebbe effettuata in condizioni igienico-sanitarie a dir poco precarie. L'infibulazione viene praticata alle bambine, tra i 4 e gli 8 anni. Secondo il Prof. Morrone sarebbero più di duemila le bambine in Italia che corrono il rischio di essere sottoposte alla mutilazione. Tuttavia oltre alle pratiche casalinghe, esisterebbero anche medici disposti ad effettuarle clandestinamente anche a Roma.

Fonte: TQ/ADN 23/09/2005.

Commento di Luca Puccetti
L’infibulazione viene praticata in società a carattere patriarcale, in cui la sessualità femminile è vista come un istinto impuro, che deve essere controllato: garantisce la verginità della donna, ne riduce il desiderio sessuale, impedisce la masturbazione.
In questo modo una donna contribuisce a salvaguardare l’onore della famiglia, ne preserva l’integrità. La donna ritiene naturale vivere in favore della integrità e dell’onore familiare. Desidera essere infibulata per evitare l’emarginazione, perché la sua vita possa essere uguale a quella delle altre donne. Le mutilazioni genitali femminili non sono considerate un atto di violenza sul minore, ma un segno di attenzione e cura della famiglia verso la bambina: la donna non escissa è stata una bambina di cui nessuno si è preso cura. Una donna non infibulata, anche se vergine, difficilmente può trovare marito. Il problema è che queste pratiche sono ripugnanti per la cultura occidentale e questo ripropone annosi problemi di compatibilità tra culture tanto diverse e di problemi inerenti a pratiche etniche che contrastano contro le leggi dello stato ospitante. Inoltre questi "marchi" impediscono o rendono difficilissima la libera scelta del futuro uomo o donna che potrebbe decidere di vivere secondo i costumi ed i valori della cultura del paese ospitante. Che ci siano medici disposti ad operare clandestinamente per "soli" 500 euro tali bambine non mi stupisce affatto. Nel frattempo manca solo l'ultimo passaggio per la definitiva approvazione in Italia della proposta di legge antinfibulazioni (a.C. 150-B – relatore on. Leone – Udc e Lussana - Lega). Viene introdotto nel nostro ordinamento il reato di “pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili”. L'articolo 583-bis del codice penale punirà severamente (reclusione fino a 12 anni) chiunque, in assenza di esigenze terapeutiche, cagioni una mutilazione degli organi genitali femminili. Il nuovo articolo 583/ter del codice penale riguarderà specificamente i medici che pratichino le mutilazioni: si prevede la pena accessoria dell’interdizione dall’esercizio della professione da 3 a 10 anni.

Fonti: F. Spagnotto, Psiche e Polis, Nuovo Caffé letterario
edott: rassegna parlamentare N. 25/2005



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