Secondo una ricerca norvegese la paroxetina sarebbe associata ad un rischio suicidario maggiore rispetto al placebo.

Un’analisi di studi clinici, che avevano valutato l’antidepressivo Paroxetina su quasi 1500 pazienti adulti, ha trovato che ci sono stati 7 tentativi di suicidio tra coloro che stavano assumendo il farmaco contro solo 1 nel gruppo trattato con placebo. Le ideazioni suicidarie sono risultate anche più comuni tra i pazienti del gruppo Paroxetina, con un fattore di 3:1. L’analisi è stata compiuta da Ricercatori dell’Università di Oslo. GlaxoSmithKline ( GSK ) non è d’accordo sulle conclusioni dell’analisi, che si riferisce a dati di 15 anni fa. Nel 2005 il Comitato Scientifico ( CHMP ) dell’EMEA ha riesaminato tutti i dati di sicurezza ed efficacia riguardanti la Paroxetina, riaffermando il positivo rapporto rischio – beneficio per l’impiego della Paroxetina nel trattamento della depressione e dei disturbi d’ansia nei pazienti adulti.

Fonte: BMC medicine

Commento di Luca Puccetti
BMC Medicine è una rivista elettronica che pubblica articoli peer-reviewed. Gli Autori dell'articolo hanno ottenuto, a loro dire, dati da trials non pubblicati che avrebbero permesso di arrivare alla conclusione che l'impiego della paroxetina sia associato ad un rischio suicidario più elevato rispetto al placebo anche negli adulti. Già nel 2004 era emersa una maggiore incidenza di ideazione suicidaria e di tentativi di suicidio tra i pazienti in età pediatrica o adolescenziale trattati con questo antidepressivo. La GlaxoSmithKlyne ha affermato che pur prendendo sul serio la segnalazione, essa si basa su dati incompleti e vecchi di 15 anni e ricorda che nel 2005 il Committee for Medicinal Products for Human Use (CHMP) dell'EMEA, avendo esaminato l'intera documentazione ad oggi disponibile, ha riaffermato il profilo favorevole della paroxetina nella terapia dei disturbi dell'umore e correlati all'ansia.