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Associazione antiaggreganti e anticoagulanti aumenta di poco rischio emorragico

Categoria : cardiovascolare
Data : 19 aprile 2005
Autore : admin

Intestazione :

La combinazione di farmaci antitrombotici aumenta modestamente il rischio emorragico, che, nel complesso, appare piccolo.



Testo :

Questo studio osservazionale di coorte su 21.443 pazienti anziani con pregresso infarto miocardico si proponeva di valutare il rischio emorragico legato all'uso di vari farmaci antiaggreganti e anticoagulanti. Il periodo di osservazione è stato di 4 anni (1996-2000). In totale furono ospedalizzati per emorragia 1428 pazienti (7%). Si osservarono 0,03 ospedalizzazioni per paziente/anno nel gruppo che assumeva solo asa, 0,07 ospedalizzazioni per paziente/anno nel gruppo che assumeva la combinazione di asa + clopidogrel o ticlopidina, di 0,08 nel gruppo asa + warfarin e di 0.09 nel gruppo a tre farmaci (asa + derivato tienopidinico + warfarin).
Rispetto alla sola aspirina il rischio emorragico era 1,65 per la combinazione di antiaggreganti e di 1,92 per l'associazione asa + warfarin; per quanto riguarda la combinazione di tre farmaci in tutto furono trattati 141 pazienti e si verificò un solo caso di emorragia, pertanto lo studio non aveva abbastanza potere statistico per determinare il rischio in questa fascia di pazienti.

Fonte: Arch Intern Med. 2005; 165:784-789.


Commento di Renato Rossi
In questi ultimi anni si è assitito ad un intensificarsi della terapia antitrombotica nei pazienti sopravvissuti ad un infarto miocardico, con l'uso di varie combinazioni di antiaggreganti e anticoagulanti. Ovviamente questo ha provocato nei medici un giustificato timore di aumento del rischio di emorragia. I risultati di questo studio, su un numero cospicuo di pazienti, sono abbastanza tranquillizzanti, tanto più se si tien conto che si tratta di pazienti anziani che teoricamente sono a maggior rischio. In effetti l'associazione di vari antitrombotici aumenta in maniera modesta il rischio di sanguinamento, ma nel complesso tale rischio sembra abbastanza piccolo. In ogni caso è opportuno, se si sceglie una terapia di associazione, l'attenta selezione dei pazienti e l'altrettanto attenta sorveglianza, soppesando i benefici antitrombotici con i rischi di sanguinamento grave. I fattori associati ad un rischio più elevato di sanguinamento sono l'età avanzata, le malattie cerebrovascolari, il diabete e l'insufficienza renale.



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stampato il 05/07/2024 alle ore 00:27:51