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L’Apple Watch 4 |
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Inserito il 20 ottobre 2019 da admin. - Medicina digitale - segnala a:
L’ultima versione dell’Apple Watch 4 è in grado di registrare un tracciato elettrocardiografico
Il device ha stimolato i giudizi più discordanti, fra chi lo considera come l’apertura di una strada verso un’assistenza sanitaria più predittiva e preventiva e chi invece lo classifica come semplice operazione di marketing. L’Apple Watch è attivabile facilmente nell’app Salute di un iPhone obbligatoriamente abbinato. Se l’utente desidera ottenere un tracciato, ad esempio in caso di sintomi come un battito accelerato o irregolare, deve essere a riposo, con il braccio appoggiato su una superficie o in grembo. A questo punto, poggiando il dito sulla corona dello smartwatch acquisisce in 30 secondi un elettrocardiogramma (ECG) a singola derivazione, simile a D1, che, memorizzato in pdf, è condivisibile via mail o messaggio. L’attivazione della app avvia inoltre un monitoraggio periodico, passivo, peraltro solo nei periodi in cui l’utente non si muove per un tempo sufficiente a ottenere la lettura. In caso di battiti irregolari, chi indossa il Watch riceve una notifica di potenziale aritmia e, nell’app Salute, ulteriori informazioni, ad esempio l’ora dell’aritmia. Tutti i dati e le rilevazioni, compresi eventuali sintomi, sono consultabili e possono essere inviati al medico. L’orologio digitale non può effettuare un ECG completo a 12 derivazioni, e per questo non può diagnosticare altre patologie. L’app ECG presenta la marcatura CE e l’autorizzazione per lo Spazio Economico Europeo. In Italia è classificato dal Ministero della Salute tra gli “Elettrocardiografi – Componenti accessori software” e identificato dai nomi commerciali “ECG App” e “Irregular Rhythm Notification Feature”, nella cosiddetta Classe IIa (“attivi che interagiscono con il corpo in maniera non pericolosa”) [1].
Vantaggi e limiti
L’Apple Watch segnala a chi lo indossa la possibile presenza di una patologia altrimenti spesso difficilmente identificabile. La FA è infatti asintomatica in oltre un terzo dei casi e la sua scoperta può essere del tutto casuale con possibilità di esordire con eventi gravi come l’ictus. L’aumentato engagement dei cittadini può peraltro provocare una eccessiva confidenza nell’auto-monitoraggio e nelle diagnosi “fai da te”, anche se, nelle varie schermate di spiegazione, da leggere prima di poterla usare, l’app ricorda l’indispensabilità della visita specialistica per confermare e valutare la presenza di possibili patologie. E’ quindi necessario inserire il device in percorsi clinici predefiniti, oltre che integrare i dati automaticamente in un unico repository, ad esempio la cartella clinica elettronica del paziente, per non appesantire ulteriormente il carico burocratico dei sanitari [2]. Occorrono medici esperti, che educhino l’utente ad un uso corretto, informando sul possibile rischio di falsi positivi e conseguenti falsi allarmi in una popolazione in gran parte non alfabetizzata sul piano digitale. Non dimentichiamo che la nostra identità è ancora fondamentalmente analogica, pur in un mondo sempre più digitale. L’Apple Watch con Ecg non può sostituire gli strumenti diagnostici tradizionali. La sua evoluzione da costoso gadget a tecnologia affidabile, efficace ed efficiente richiede la validazione in progetti di ricerca condotti con metodologia rigorosa. Un obiettivo potrebbe essere una maggiore conoscenza della storia naturale della FA, soprattutto nei casi asintomatici, non diagnosticabili facilmente con i metodi tradizionali. L’utilizzo dell’Apple Watch non è peraltro soltanto un problema di efficacia/efficienza ma di cambiamento di paradigma culturale. I dati possono essere input fondamentali per produrre avanzamenti in ambito medico e per migliorare le politiche sanitarie. Sono peraltro anche strumenti per la creazione di valore nel mercato digitale. Il concetto di dato personale e anonimo è ormai sparito in una sorta di far web di schedature e profilazioni ossessive, fuori controllo, nel quale la violazione della privacy sembra essere sistematica e destinata ad accentuarsi con l’imminente esordio del cosiddetto internet delle cose (e dei corpi). Nel caso specifico la Apple rassicura, affermando che i dati rimangono criptati all’interno del dispositivo, o dell’ iCloud, inaccessibili all’azienda stessa e resi in chiaro solo dall’intervento dell’utente e dal riconoscimento tramite codice, touch o face ID [3] .
Giampaolo Collecchia e Riccardo De Gobbi
Bibliografia
1) http://https://www.punto-informatico.it/apple-watch-ecg-italia-pro-contro/ 2) Sim I. Mobile devices and health. NEJM 2019; 381: 956-68 3) http://https://francescomacri.wordpress.com/2019/03/28/salute-apple-watch-lorologio-fa-lelettrocardiogramma/
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