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Benzodiazepine e demenza
Inserito il 21 febbraio 2016 da admin. - neurologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Due studi osservazionali hanno raggiunto conclusioni contrastanti circa un'eventuale associazione tra uso di benzodiazepine e demenza.


L'uso cronico di benzodiazepine è associato ad un aumentato rischio di demenza?

Così parrebbe secondo uno studio osservazionale di tipo caso-controllo pubblicato dal BMJ nel 2014 [1].

Questo studio, effettuato in Quebec, ha analizzato circa 1800 anziani (età > 66 anni) a cui era stato diagnosticata una demenza. I dati di questi soggetti sono stati paragonati con quelli di più di 7000 controlli simili per età e sesso.
Si è visto che l'uso di benzodiazepine da 5 a 10 anni prima della diagnosi era associato ad un aumentato rischio di demenza quando la somministrazione cumulativa superava le 90 dosi giornaliere.
Non vi era, al contrario, nessuna associazione tra benzodiazepine e demenza per dosi cumulative fino a 90 dosi giornaliere.
Ovviamente si tratta di risultati da interpretare con prudenza stante la natura osservazionale dello studio e nonostante gli autori abbiano corretto i dati per vari fattori confondenti.

In effetti ci si può chiedere se l'associazione tra uso di benzodiazepine e demenza più che di tipo causale sia piuttosto la semplice espressione del fatto che nei soggetti con decadimento cognitivo questi farmaci vengono usati con più frequenza.

Che l'eventuale relazione tra benzodiazepine e decadimento cognitivo non sia chiara lo dimostra un altro studio osservazionale più recente pubblicato sempre dal BMJ [2].

In questo studio gli autori hanno seguito per circa 7 anni 3434 anziani. Durante il follow up una demenza si è sviluppata nel 23,2% dei partecipanti.
I risultati sono sicuramente sorprendenti in quanto si è visto che in chi assumeva benzodiazepine fino ad un mese si aveva un aumento del rischio di demenza del 25% (95%CI 3-51%) rispetto al non uso, invece chi assumeva questi farmaci per periodi più prolungati non mostrava nessun aumento del rischio.
Naturalmente è illogico pensare che l'uso per un periodo molto breve delle benzodiazepine sia associato al rischio di demenza mentre, al contrario, non lo sia un uso prolungato. Questo permette agli autori di concludere che non possa essere affermata una associazione di tipo causa-effetto tra assunzione di benzodiazepine e demenza.

Che dire?

La questione ci sembra per il momento ancora non risolta.
Per il momento riteniamo importante seguire quanto suggerito dalle schede tecniche di questi farmaci: l'uso dovrebbe essere limitato al tempo necessario per trattare la condizione per la quale il farmaco è stato prescritto, alle dosi minime efficaci, onde evitare il fenomeno della dipendenza. Per questo motivo il paziente va rivisto periodicamente per valutare un'eventuale sospensione, che dovrà essere graduale per non incorrere nel fenomeno del rimbalzo con ansia e insonnia. In generale le schede tecniche consigliano di non superare i 2-3 mesi di trattamento continuativo.



Renato Rossi



Bibliografia

1. Billioti de Gage S et al. Benzodiazepine use and risk of Alzheimer's disease: Case-control study. BMJ 2014 Sep 9; 349:g5205.

2. Gray SL et al.Benzodiazepine use and risk of incident dementia or cognitive decline: prospective population based study. BMJ 2016; 352:i90



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