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Nessun reato per il medico che soccorre il latitante
Inserito il 07 febbraio 2016 da admin. - medicina_legale - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Soccorrere un latitante senza compiere atti di attivo favoreggiamento non costituisce reato. Il medico ha il dovere giuridico di assistere chiunque abbia bisogno di cure, e la situazione di illegalita' in cui versa il soggetto che necessita di cure non puo' ostacolare la tutela della salute. (Cass. VI Pen. n. 38281/15).

La Cassazione riprende un tema gia' affrontato in passato: il medico non commette reato se tutela la salute di un cittadino, seppure latitante, ma diventa colpevole di favoreggiamento se mette in atto condotte di altra natura finalizzate a eludere le indagini e le ricerche delle Autorita'.

I fatti:
Un medico veniva chiamato per un intervento chirurgico a domicilio per un ferito che necessitava di cure urgenti.
Si trattava di un soggetto (come si vedra' all' atto della visita) coinvolto in una sparatoria.

Il medico chiamato, non essendo esperto in chirurgia, chiamava a sua volta un collega chirurgo.
I due medici vennero poi denunciati per favoreggiamento in quanto avevano prestato soccorso senza effettuare una segnalazione alla polizia, e vennero ritenuti colpevoli sia in primo che in secondo grado.

La Cassazione annullava la condanna ritenendo invece che il fatto non sussiste.

Infatti, secondo la Cassazione, il medico e' tenuto ad intervenire dinnanzi a situazioni nelle quali si pone seriamente in pericolo l'integritą fisica del soggetto, malgrado la situazione di illegalita' in cui versa quest'ultimo e malgrado che le dinamiche del fatto siano presumibilmente collegate ad un illecito penale.
L'art. 378 c.p., punisce, e' vero, chiunque aiuta taluno a sottrarsi alle ricerche dell'autorita', ma non impone un obbligo di favorire ricerche e indagini. Perche' il sanitario sia colpevole di favoreggiamento sarebbe stata necessaria un'ulteriore condotta positiva di aiuto che invece non c'era stata.
Stabilito questo principio diventano irrilevanti le circostanze di luogo e di tempo (una casa privata pur vicina ad un ospedale) in cui si sono svolti i fatti. Condannando il medico si sarebbe sanzionato un mancato aiuto alle indagini e non un aiuto all' elusione, e cio' contrasterebbe con la normativa di riferimento.

Per questi motivi entrambi i medici sono stati assolti.

Daniele Zamperini

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