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Diabete tipo 2 obeso: serve davvero perdere peso?
Inserito il 21 ottobre 2012 da admin. - metabolismo - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

L'interruzione anticipata dello studio Look AHEAD suggerisce che, forse, nel diabete tipo 2 obeso un programma intensivo per perdere peso non riduce gli eventi cardiovascolari.

Tutte le linee guida consigliano, come pilastro fondamentale della terapia del diabete tipo 2, la perdita di peso nei pazienti obesi o in sovrappeso.

Ma ora questa raccomandazione riceve un duro colpo. Infatti il National Institutes of Health statunitense ha annunciato di aver interrotto anticipatamente lo studio Look AHEAD (Action for Health in Diabetes) che aveva lo scopo di valutare se la perdita di peso ottenuta tramite un programma intensivo di dieta e attività fisica fosse in grado di ridurre gli eventi cardiovascolari in pazienti con diabete tipo 2 datante da lungo tempo e obesi o in sovrappeso [1].

Nel trial erano stati arruolati 5.145 pazienti (età compresa tra 45 e 76 anni), randomizzati a un programma intensivo di interventi sullo stile di vita oppure a un programma standard di aiuto ed educazione comunemente usato nella gestione della malattia diabetica.
L'intervento intensivo portava ad una perdita di peso significativa e ad alcuni benefici come una riduzione della sindrome delle apnee notturne, la necessità di usare un minor numero di farmaci antidiabetici, il miglioramento della motilità e della qualità di vita.
Tuttavia nel gruppo trattato non si è registrata una riduzione dell'endpoint primario rappresentato dagli eventi cardiovascolari (cardiopatia ischemica, ictus e decessi cardiovascolari) rispetto al gruppo di controllo.
Nel settembre 2012 il board di monitoraggio ha deciso di interrompere precocemente lo studio, dopo un follow up medio di 11 anni, anche se non si sono notati effetti negativi del trattamento intesivo.
Comunque il follow up continua per evidenziare eventuali benefici che potrebbero manifestarsi nel lunghissimo periodo.

Che dire?
Il diabete si sta rivelando sempre più una brutta gatta da pelare.
Sicuramente lo studio Look AHEAD ci pone importanti interrogativi e le linea guida in futuro dovranno tenerne conto.
Sappiamo che nei soggetti a rischio di sviluppare il diabete la perdita di peso e uno stile di vita salutare possono prevenire o ritardare tale evenienza. Ma una volta che il diabete si è sviluppato, è necessario insistere con interventi intensivi per ottenere una significativa perdita di peso, considerato che, comunque, non sembrano esserci benefici sulle complicanze cardiovascolari?
In realtà, però, il bicchiere si può vedere anche mezzo pieno, nel senso che l'intervento intensivo ha portato ad alcuni benefici non trascurabili come il miglioramento della fitness fisica e della qualità di vita.
Inoltre va considerato che nel trial erano arruolati pazienti in cui il diabete era insorto da tempo, quindi con ripercussioni sull'albero arterioso probabilmente già in atto. Nei pazienti con diabete di insorgenza recente si può ipotizzare che dieta e attività fisica siano in grado di ottenere risultati migliori sugli endpoint hard.
Infine resta la possibilità che, per quanto lungo sia stato il follow up, benefici clinicamente significativi possano comparire solo negli anni a seguire. Per questo è importante che si continui a monitorare i pazienti arruolati nel Look AHEAD.

Ma un'altra conclusione pratica, a nostro parere, si può ancora trarre: nei diabetici anziani obesi che non riescono a perdere peso il medico potrebbe (dovrebbe?) avere un atteggiamento più comprensivo e accontentarsi di traguardi più ragionevoli perchè è probabile che siano questi soggetti quelli che trarrebbero, comunque, pochi vantaggi da interventi drastici sullo stile di vita.



Renato Rossi


Bibliografia

1. National Instiutes of Health.
Weight loss does not lower heart disease risk from type 2 diabetes. For Immediate Release: Friday, October 19, 2012.












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