I pazienti che assumono ASA per prevenzione secondaria dovrebbero essere avvisati di non sospendere il trattamento a meno che non vi siano fondate ragioni per farlo.
In questo studio di tipo caso-controllo [1] i ricercatori hanno seguito una coorte di circa 40.000 pazienti trattati con ASA a causa di un pregresso evento ischemico cardiaco o cerebrale. Il follow up ha avuto una durata di tre anni. Si è potuto evidenziare che il rischio di eventi cardiovascolari era maggiore nei soggetti che avevano di recente sospeso il trattamento con ASA rispetto a chi assumeva continuamente l'antiaggregante. In particolare vi era un aumento del 63% del rischio di infarto miocardico non fatale e del 43% del rischio combinato di eventi cardiovascolari. Non si è registrato però un aumento dei decessi coronarici. Un editoriale di commento [2] ricorda che i medici dovrebbero raccomandare ai pazienti che assumono ASA per prevenzione secondaria di non sospendere il trattamento a meno che non vi siano fondati motivi come per esempio una grave emorragia oppure siano stati consigliati di farlo da un medico esperto della materia.
Fonte:
1. Rodriguez LAG et al. Discontinuation of low dose aspirin and risk of myocardial infarction: case-control study in UK primary care. BMJ 2011; 343:d4094 2.Biondi-Zoccai G, Landoni G. Discontinuation of aspirin for secondary prevention. BMJ 2011; DOI: 10.1136/bmj.d3942.
Commento di Renato Rossi
Va ricordato che non è il primo studio che suggerisce che la discontinuazione dell'ASA in prevenzione secondaria può essere pericolosa. L'aumento del rischio di eventi ischemici è presente anche se l'ASA viene sospeso per pochi giorni [1]. Compito del medico curante è ricordare spesso ai pazienti questo concetto. Rimane il problema di chi assume ASA per prevenzione secondaria e deve sottoporsi a procedure invasive di tipo diagnostico e/o terapeutico. Un'utile guida per i medici è già stata sintetizzata in una pillola precedente [2].