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Effetto dei fibrati sugli esiti cardiovascolari
Inserito il 03 aprile 2011 da admin. - cardiovascolare - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

I fibrati riducono il rischio di eventi cardiovascolari, essenzialmente grazie ad una riduzione degli eventi coronarici.



Vi è incertezza circa l'efficacia dei fibrati nel ridurre il rischio cardiovascolare. Partendo da questa constatazione è stata effettuata una revisione sistematica della letteratura, con metanalisi.
Sono stati considerati solo RCT (dal 1950 al marzo 2010) in cui i fibrati venivano paragonati al placebo. Per l'analisi è stata usata la tecnica del random effects model.
La ricerca ha permesso di ritrovare 18 RCT per un totale di 45.058 partecipanti.
La terapia con fibrati riduce del 10% il rischio di eventi cardiovascolari maggiori (RR 0,90; 95%CI 0,82 - 1,00; p = 0,048), del 13% il rischio di eventi coronarici (RR 0,87; 95%CI 0,81 - 0,93; p < 0,0001).
Non si è evidenziato alcun beneficio sull'ictus (RR 0,97; 95%CI 0,84-1,09; p = 0,69), sulla mortalità totale (p = 0,92), sulla mortalità cardiovascolare (p = 0,59), sulla morte improvvisa (p = 0,19) e sulla mortalità non cardiovascolare (p = 0,063).
I fibrati riducono il rischio di progressione dell'albuminuria del 14% (p = 0,028).
Non si è notato un aumento degli eventi avversi associati alla terapia con fibrati, anche se l'aumento della concentrazione di creatinina sierica era comune.
Gli autori concludono che i fibrati possono ridurre il rischio di eventi cardiovascolari maggiori, soprattutto grazie alla riduzione degli eventi coronarici. Essi possono avere un ruolo nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare ed in quelli con dislipidemia combinata.


Fonte:

Effects of fibrates on cardiovascular outcomes: a systematic review and meta-analysis
Jun M et al. Lancet 2010 May 29; 375:1875-1884


Commento di Renato Rossi

I farmaci maggiormente usati per ridurre il rischio cardiovascolare, sia in prevenzione primaria che secondaria, sono le statine. Sull' utilità dei fibrati esiste abbastanza incertezza perchè i risultati degli studi hanno fornito prove contrastanti.
Secondo la revisione sistematica recensita in questa pillola i fibrati si sono dimostrati più efficaci del placebo nel ridurre gli eventi coronarici, mentre nessun effetto si è avuto sull'ictus, sulla mortalità cardiovascolare e su quella totale.
Gli autori sottolineano alcuni limiti della loro analisi, soprattutto l'impossibilità di definire con chiarezza in quali sottogruppi di pazienti i fibrati potrebbero essere utili. Probabilmente l'utilità maggiore si ha nei soggetti con elevati livelli di trigliceridi e/o bassi livelli di colesterolo HDL: in questo caso la riduzione del rischio cardiovascolare è particolarmente buona e basta trattare 20 pazienti per 5 anni per avere un evento in meno.
Tuttavia gli stessi autori ammettono che, in generale, l'efficacia dimostrata dai fibrati è inferiore a quella ottenuta con altre terapie preventive ed il loro impatto clinico merita ulteriori discussioni.
Come possiamo concludere? Le statine sono sicuramente i farmaci di prima scelta per ridurre il rischio cardiovascolare. I fibrati rappresentano un'alternativa se una statina è controindicata o non tollerata oppure nel paziente con ipertriliceridemia e/o bassi livelli di HDL. L'associazione con una statina può essere un'opzione in pazienti selezionati ad alto rischio in cui la statina da sola sia insufficiente a normalizzare il quadro lipidico. Tuttavia va considerato che l'utilità di questa associazione, perlomeno nel diabetico, è stata recentemente messa in dubbio dallo studio ACCORD [1]. In ogni caso, se si decide in tal senso, il paziente va monitorato più frequentemente per il possibile aumento del rischio di effetti collaterali.



Referenze

1. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=4992





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