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Chirurgia mininvasiva della prostata
Inserito il 14 giugno 2010 da admin. - urologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Uno studio osservazionale suggerisce che la prostatectomia con tecnica mininvasiva comporta alcuni benefici perioperatori ma è gravata da un maggior rischio di complicanze genitourinarie (soprattutto incontinenza e disfunzione erettile).


In questo studio osservazionale di coorte sono stati analizzati i dati di pazienti sottoposti a prostatectomia dal 2003 al 2007. La tecnica usata per l'intervento era di tipo mininvasivo (n = 1938) oppure la via chirurgica tradizionale retropubica (n = 6899).
La tecnica mininvasiva è stata sempre più usata con il passare degli anni: rappresentava il 9,2% del totale degli interventi nel 2003 mentre nel 2006-2007 tale percentuale era aumentata al 43,2%.
La nuova metodica comporta una riduzione dei tempi del ricovero (2,0 versus 3,0 giorni; p < 0,001), della necessità di trasfusioni (2,7% versus 20,8%; p < 0,001), delle complicanze post-operatorie di tipo respiratorio (4,3% versus 6,6%; p = 0,004), di varie altre complicanze chirurgiche (5,8% versus 14,0%; p < 0,001).
Tuttavia la tecnica mininvasiva è risultata associata ad un aumento delle complicanze genitourinarie (4,7% versus 2,1%; p = 0,001), dell'incontinenza (15,9 versus 12,2 per 100 persone/anni; p 0 0,02) e della disfunzione erettile ((26,8 versus 19,2 per 100 persone/anni; p = 0,009).
Non differiva tra le due procedure l'uso di terapie oncologiche addizionali.
Gli auotori concludono che il loro studio riflette l'infatuazione della società per le nuovità che portano ad un aumento dei costi, ma non a benefici importanti.



Fonte:

Hu JC et al. Comparative Effectiveness of Minimally Invasive vs Open Radical Prostatectomy
JAMA. 2009 Oct 14;302:1557-1564.



Commento di Renato Rossi

Lo studio di Hu e collaboratori è di tipo osservazionale retrospettivo: i due gruppi, quello sottoposto a chirurgia tradizionale e quello trattato con tecnica mininvasiva, non erano randomizzati. Non si può escludere quindi che si tratti di pazienti diversi, ma è un'eventualità abbastanza improbabile. In realtà esistono pochi studi che abbiano paragonato direttamente le due metodiche, nonostante questo la prostatectomia mininvasiva, in questi ultimi anni, è stata sempre più adottata dai chirurghi e preferita dai pazienti, probabilmente attratti dalla novità, come sottolineano gli autori. Come dimostra lo studio recensito in questa pillola entrambe le metodiche hanno aspetti positivi ed aspetti negativi e solo degli studi randomizzati e controllati potrebbero dare la risposta alla domanda di quale sia la tecnica da preferire. Non si può escludere che anche l'abilità del chirurgo sia un aspetto molto importante da considerare.



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