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Biancospino per lo scompenso cardiaco?
Inserito il 19 agosto 2008 da admin. - cardiovascolare - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Secondo una revisione Cochrane gli estratti di biancopsino potrebbero essere utili nel migliorare alcuni sintomi del paziente con scompenso cardiaco

Una revisione Cochrane ha ritrovato trials in cui l'estratto di biancospino veniva testato nello scompenso cardiaco. Per essere inclusi nella revisione gli studi dovevano essere di tipo randomizzato, versus placebo, avere tutti i pazienti arruolati classificati secondo la classe New York Heart Association (NYHA), valutare end-point appropriati e riportare i dati in modo da permettere una analisi secondo l'intenzione a trattare. In totale si tratta di 1110 pazienti seguiti per circa 26 mesi. In tutti gli studi venivano usate due preparazioni commerciali contenenti (WS1442 or LI132) in cui il dosaggio dell'estratto era però molto variabile. La revisione suggerisce che l'erboderivato, associato al trattamento standard dello scompenso cardiaco, può aumentare la performance fisica e il consumo di ossigeno e migliorare i sintomi tipici come la dispnea e l'astenia. Raramente gli studi riportavano end-point hard come la mortalità o gli eventi cardiaci.
Gli effetti collaterali sono poco frequenti e di lieve entità: nausea, vertigini, disturbi intetsinali, etc.
Limiti della revisione sono la scarsità di trials che riportavano outcomes primari e una possibile sovrastima dell'efficacia a causa di pubblication bias.


Fonte:

Pittler MH, Guo R, Ernst E. Hawthorn extract for treating chronic heart failure. Cochrane Database Syst Rev. 2008;DOI:10.1002/14651858.CD005312.pub2.



immagine tratta da: "Manuale di fitoterapia", trattazione farmacologica a cura del Prof Renzo Benigni, collaborazione per la parte chimica Dott.ssa Carmela Capra, notizie botaniche Dr P.E. Cattorini; 1951 Elli & Pagani s.p.a.; 1985 Copia anastatica Editore Inverni della Beffa; Stampa Artergrafica s.p.a.; per cortesia di G. Lazzari, Garbagnate, MI

Commento di Renato Rossi

Qualsiasi terapia in grado di migliorare la prognosi o almeno i sintomi dello scompenso cardiaco non può essere che la benvenuta, soprattutto se non comporta effetti collaterali importanti.
In questo senso l'estratto di biancospino può essere una scelta da aggiungere alla terapia classica, ma non ci si deve aspettare risultati eclatanti su end-point clinici "hard". Nella revisione Cochrane infatti non è compreso lo studio SPICE (Survival and Prognosis: Investigation of Crataegus Extract WS1442 in CHF) che è stato presentato nel 2007 al congresso dell'American College of Cardiology [1].
In questo trial più di 2600 pazienti con scompenso cardiaco in classe NYHA II e III e frazione di eiezione inferiore o uguale al 35% sono stati trattati con estratto di biancospino o placebo in aggiunta alla terapia standard. Dopo un follow-up di due anni non c'era differenza per l'end-point primario composto da mortalità cardiaca, infarto non fatale e ricoveri per insufficienza cardiaca.
Tuttavia avere a disposizione un erboderivato che potrebbe, in alcuni pazienti, avere un effetto positivo su alcuni sintomi come l'astenia e la dispnea, può essere un'arma in più a disposizione del medico, anche perchè si tratta di una terapia in genere ben tollerata e priva di importanti effetti collaterali.



Referenze

1. http://www.medscape.com/viewarticle/554666

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