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I precursori italiani della vaccinazione antivaiolosa
Inserito il 12 maggio 2008 da admin. - scienze_varie - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

E' giusto che vengano ricordati gli Italiani che già nel 1700 intuirono e propugnarono l' utilità della vaccinazione antivaiolosa

E’ ben noto come tra i padri in medicina scopritori delle moderne tecniche di vaccinazioni siano annnoverati Jenner e Pasteur, grandi uomini, che ebbero il merito di individuare la vaccinazione con materiale bovino sugli esseri umani. E’ poco noto pero’ (se non ai cultori della materia) che i principi delle vaccinazioni fossero stati in realta’ noti gia’ da tempo seppur tecnicamente non sviluppati.
Gia’ da un secolo prima dell’ avvento dei due grandi Scienziati, veniva dibattuta l’ utilita’ di effettuare vaccinazioni su esseri umani utilizzando materiale infetto.
Abbiamo rinvenuto, presso la Biblioteca di Medicina dell’ Universita’ Cattolica di Roma, un testo di medicina stampato in Lucca nel 1759, circa un secolo prima delle scoperte di Jenner e Pasteur; in questo testo un medico napoletano, Piero Francesco Pizzorno, pubblicava una orazione “eccitatoria” ovverosia un libro che intendeva difendere e propugnare la somministrazione percutanea di siero vaioloso tratto da soggetti malati su soggetti sani, al fine di proteggerli da una successiva grave infezione, esattamente come sostenuto dai principi delle odierne vaccinazioni.
Il Pizzorno, che riportava le teorie di un Suo Maestro, il dottor Carlo Gambini, espone con passione e lucidita’ i motivi che avrebbero dovuto “obbligare” i medici ad abbracciare queste metodiche. Pur basandosi sulle teorie mediche del tempo, che sostenevano l’ influsso di miasmi e di fluidi, e non conoscevano l’ etiologia virale della malattia, aveva ben chiara l’utilita’ ma anche la pericolosita’ di questa metodica, per cui suggeriva una serie di cautele onde evitare che l’infezione, stimolata artificialmente dal medico, assumesse un carattere di gravita’ tale da essere piu’ dannosa della malattia stessa.
E’ ben noto che poi la storia ha messo in luce una metodica molto piu sicura, cioe’ l’uso del prodotto bovino, poco tossico per l’uomo ma ugualmente immunizzante; cio’ non toglie che il genio e l’intuizione di questi personaggi dovrebbe avere un riconoscimento maggiore rispetto alle scarne note a pie’ di pagina che vengono ritrovate solo in qualche libro qua e là.
DZ
Ringraziamenti al Dott. Walter Capezzali, Direttore della Biblioteca UCSC di Roma

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