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Stent coronarici: una meta-analisi "in rete"
Inserito il 01 novembre 2007 da admin. - cardiovascolare - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Una meta-analisi cerca di fare il punto sullo stato dell'arte dei vari tipi di stent coronarici.



Lo scopo di questa meta-analisi [1], eseguita secondo una tecnica particolare che permette confronti fra studi diversi, ha cercato di determinare efficacia e sicurezza degli stent medicati (DES) e di quelli "bare metal" (BMS). Nell' analisi sono stati inclusi 18 trials per un totale di oltre 18.000 pazienti, con un follow-up fino a 4 anni. Inoltre sono stati contattati sia i ricercatori che le ditte produttrici di stent e questo ha reso disponibili i dati di altri 29 trials.
La mortalità risultò simile nei tre gruppi di stent: BMS, stent al paclitaxel e stent al sirolimus.
Gli stent al sirolimus erano associati ad un minor rischio di infarto sia rispetto ai BMS (HR 0,81;0,66-0,97) che agli stent al paclitaxel (HR 0,83; 0,71-1,00), anche se in quest'ultimo caso la differenza è al limite della significatività statistica.
Non risultarono differenze per quanto riguarda il rischio di trombosi intrastent totale (da 0 giorni a 4 anni), tuttavia il rischio di trombosi tardiva (dopo i 30 giorni) risultò maggiore con gli stent al paclitaxel sia verso quelli al sirolimus (HR 1,85; 1,02-3,85) che verso i BMS (HR 2,11; 1,19-4,23). Infine la riduzione delle rivascolarizzazioni della lesione target ottenuta con i DES rispetto ai BMS risultò maggiore con i dispositivi eluenti sirolimus che quelli eluenti paclitaxel.
Gli autori concludono che la mortalità è simile con i vari tipi di stent ma che quelli al sirolimus sembrano clinicamente migliori sia di quelli al paclitaxel che dei BMS.
Un editoriale di commento [2] nota che questa meta-analisi è probabilmente, al momento, la miglior evidenza disponibile circa la problematica degli stent. Tuttavia nel mondo reale la particolarità dei singoli pazienti, compresi quelli con diabete, insufficienza renale o ad alto rischio (spesso eslusi dagli studi) rende molto complessa la questione.


Fonte:

1. Stettler C et al. Outcomes associated with drug-eluting and bare-metal stents: a collaborative network meta-analysis. Lancet 2007; 370:937-948
2.Webster MW, Ormiston JA. Drug-eluting stents and late-stent thrombosis. Lancet 2007;370:914-915.



Commento di Renato Rossi

Ci siamo già ampiamente occupati della "querelle" sugli stent e quindi rimandiamo alle pillole precedenti per un approfondimento [1]. In quest'occasione vogliamo invece illustrare la particolare tecnica usata nella "net-work meta-analysis". Per capirci faremo un esempio: poniamo che ci siano tre squadre di calcio, la squadra A, quella B e quella C. Supponiamo ancora che in confronti diretti la squadra A batta quella B e la B vinca sulla C. Possiamo dire che la squadra A è migliore della C anche se non si sono mai incontrate? Secondo la tecnica della "meta-analisi in rete" lo possiamo dire perchè questa metodologia permette parogoni multipli indiretti. Si tratta però, come è facilmente comprensibile, di una metodologia non ortodossa, che può lasciar adito a contestazioni.


Referenze

1. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=3123


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