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Patto etico per una corretta informazione medico scientifica
Inserito il 26 aprile 2007 da admin. - scienze_varie - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Un patto etico tra medici e giornalisti per fornire un'informazione corretta e completa.

Il seguente documento, curato da Riccardo Renzi (Corriere Salute), Roberto Satolli (Zadig) e Giampaolo Velo (WHO Reference Centre for Education and Communication in International Drug Monitoring, VR), rispecchia quanto emerso durante la riunione Farmaci, Media e Comunicazione che il Corriere Salute - Corriere della Sera e il WHO Reference Centre hanno organizzato presso l'Università di Verona nell'ottobre 2003.

Ad essa ha partecipato un numero ristretto di persone di diversa provenienza, rappresentanti dell'univeristà e di istituti di ricerca, giornalisti dell'area medico scientifica, enti sanitari locali, aziende farmaceutiche e movimento cittadini.

Dato il grande interesse per la tematica il documento sarà aperto alla firma di tutti gli interessati che lo volessero condividere.




1 I farmaci sono una componente importante, nella pratica medica, delle moderne strategie terapeutiche. Proprio perché sono una "componente" che va inserita in un ambito più ampio, la comunicazione sui farmaci dovrebbe evitare qualsiasi tono "miracolistico" e di apodittica esclusività. Riteniamo quindi necessario che qualsiasi farmaco sia presentato sempre come parte di una terapia, che comprende altri elementi, anche di natura non farmacologica, e che vada richiamata la competenza medica delle scelte quando è necessaria. Per lo stesso motivo è doveroso ricordare sempre le "avvertenze" ( indicazioni, controindicazioni ed effetti avversi conosciuti ) della molecola o della classe di molecole di cui si parla. In particolare è opportuno ricordare che qualsiasi medicinale, se offre vantaggi, presenta sempre anche rischi. Nello stesso tempo occorre sforzarsi di raccogliere informazioni che permettano di confrontare la terapia esaminata con altre terapie esistenti, farmacologiche e non, e indicarne le rispettive indicazioni e problematiche, perché non è detto che l'ultimo prodotto si confermi migliore di quelli già noti e collaudati. A maggior ragione tali cautele devono essere applicate riguardo ai farmaci di automedicazione e alle terapie "non convenzionali".
2 Nello stesso spirito riteniamo di raccomandare altrettanta cautela nell'annunciare i risultati delle ricerche e delle sperimentazioni riguardanti non soltanto i futuri farmaci, ma anche tutte le altre pratiche terapeutiche e diagnostiche. Fermo restando il principio giornalistico che una notizia è sempre una notizia e che, come tale, va data, è opportuno ricordare che le notizie di medicina spesso suscitano speranze infondate o comunque procrastinate nel tempo. D'altra parte le informazioni negative, ancorché corrette, suscitano spesso un allarme che va al di là della reale portata. Pensiamo perciò sia importante non solo sottolineare sempre la distanza che c'è tra l'eventuale scoperta e la pratica clinica, ma anche riportare giudizi fondati e argomentati sulla qualità della ricerca (numerosità, durata, disegno dello studio eccetera) e sugli eventuali conflitti di interessi dei ricercatori. Va ricordato in particolare che c'è differenza tra uomini e topi e che quindi una sperimentazione sul modello animale significa ancora molto poco dal punto di vista medico. Bisogna distinguere i fatti dalle speculazioni e dalle ipotesi.
3 E' stata rilevata la tendenza da parte del marketing farmaceutico a spingere verso una "medicalizzazione farmacologica" di situazioni che non sono, o lo sono in modo controverso, considerate patologiche. L'obbiettivo è quello di creare nuovi mercati attraverso complesse e articolate campagne di comunicazione che coinvolgono anche la stampa con lo scopo di rendere popolari nuove "sindromi" e nuovi bisogni di salute. Al di là del dibattito scientifico e delle scelte e competenze del singolo, riteniamo opportuno sottolineare questo fenomeno e raccomandare attenzione su questa tendenza e consapevolezza delle reali spinte del mercato farmaceutico.
4 Per garantire un'informazione di tale ampio spettro è giusto pretendere la massima completezza e trasparenza da parte delle nostre fonti, in particolare dalle aziende farmaceutiche. Le più importanti riviste scientifiche hanno, più o meno recentemente, deciso di indicare sempre i finanziatori delle ricerche di cui danno notizia. A maggior ragione è opportuno per un giornalista chiedersi e chiedere sempre "chi paga" le conferenze stampa e la loro organizzazione, chi è il cliente dell'agenzia che invia il comunicato stampa, chi finanzia le ricerche. Sarebbe altrettanto opportuno essere informati sui finanziatori di fonti apparentemente "neutrali" come società scientifiche, fondazioni e associazioni di volontariato. Si richiama inoltre l'attenzione sul fatto che anche i finanziatori pubblici ( ministero, università, regioni ed Asl ) sono soggetti interessati. Tutto questo non per alimentare sospetti o dietrologie, ma per garantirci la correttezza del nostro lavoro ed evitare di essere inconsapevolmente portavoce di sponsor occulti.
5 Così come concordiamo nella necessità di chiedere trasparenza, riteniamo opportuno porci il problema della nostra trasparenza, non tanto del singolo giornalista (materia che compete all'etica professionale) ma del suo lavoro. E' abitudine consolidata "nascondere" la fonte di informazione, quando questa è un'azienda farmaceutica , e tale pratica è motivata anche dalla necessità di evitare il sospetto di pubblicità ed è, se pure in modo ambiguo, obbligata dalla stessa legislazione. Noi sentiamo invece il bisogno di essere più trasparenti nei confronti del lettore e di indicare esplicitamente, e indipendentemente dal tono positivo o negativo dell'articolo, le aziende che propongono prodotti farmaceutici o sponsorizzano studi e ricerche. Pratica che è peraltro in uso in altri paesi. Le fonti portatrici di interessi particolari (economici o di altra natura) non sono di per sé prive di interesse o inattendibili, ma dovrebbero essere citate come tali e sempre confrontate con fonti diverse, indipendenti o portatrici di interessi contrapposti. Sarebbe opportuno chiedere anche agli esperti, che sono spesso intervistati per commentare le notizie in campo farmacologico, se vi sono eventuali interessi personali in gioco.
6 Riteniamo anche che attenga al normale dovere di completezza non tralasciare le informazioni che riguardano la disponibilità e l'economia dei farmaci: il loro costo in relazione alle terapie correnti (e nel caso di classi di farmaci un confronto diretto di prezzi), il regime con il quale vengono erogati (ricetta o meno, ticket per chi), la presenza o meno di "generici" della stessa classe.
7 Ritenendo opportuno discutere anche i propri "conflitti di interesse", si è concordato di focalizzare l'attenzione sul tema dei viaggi sponsorizzati per conferenze stampa, convegni, congressi. A parte il richiamo unanime all'opportunità di rifiutare viaggi esclusivamente o smaccatamente "turistici", non si è raggiunta una posizione comune su questa materia. C'è chi ritiene che non vada accettata nessuna sponsorizzazione (e quindi nessun tipo di viaggio), sia per motivi etici, sia perché non si considerano oggi i congressi un'importante fonte di informazione, sia perché si sostiene che gli eventuali costi di trasferimento del giornalista debbano essere sempre a carico dell'editore. C'è invece chi ritiene non compromettente, a fronte di rapporti chiari e trasparenti con le case farmaceutiche, accettare inviti per congressi internazionali, convegni e conferenze stampa importanti, valutando tali eventi una preziosa fonte professionale e considerando che sarebbe penalizzante per le testate più deboli e per i giornalisti freelance una regola che raccomandasse il divieto di accettare tali inviti.
Si è tuttavia convenuto di raccomandare almeno l'opportunità che ciascuna redazione e ciascun gruppo di lavoro fissi, al proprio interno, regole più chiare possibili e che tali regole siano rese note.


Fonte: http://www.scienzaesperienza.it

Per aderire al documento contattare il seguente indirizzo: gpvelo@sfm.univr.it

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