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Ancora sulla responsabilità d’équipe: ognuno risponde per la sua parte
Inserito il 02 aprile 2007 da admin. - medicina_legale - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

La Cassazione ribadisce ancora, con sentenza n. 33619/2006, quanto gia’ stabilito in precedenti pronunce sull’ argomento della responsabilita’ d’ equipe.


Il caso preso in esame e’ stato quello di una partoriente sottoposta ad intervento di taglio cesareo: in seguito ad un’ errata manovra di intubazione sopravvenivano delle gravi complicazioni e, infine, il decesso della donna.
La Corte ha ribadito che, in materia di colpa medica di équipe “ogni sanitario è responsabile non solo del rispetto delle regole di diligenza e perizia connesse alle specifiche ed effettive mansioni svolte, ma deve anche conoscere e valutare le attività degli altri componenti dell’équipe in modo da porre rimedio ad eventuali errori posti in essere da altri, purché siano evidenti per un professionista medio, giacché le varie operazioni effettuate convergono verso un unico risultato finale".
De danno risponde quindi ogni componente dell'équipe che non osservi le regole di diligenza e perizia connesse alle specifiche ed effettive mansioni svolte e che venga meno al dovere di conoscere e valutare le attività degli altri medici in modo da porre ad eventuali errori.
A ben vedere non ci sono elementi concettualmente particolari: ogni componente dell’ equipe risponde del “proprio comportamento” secondo le regole classiche della perizia, diligenza e prudenza. Rientra pero’, nel comportamento di ciascuno, l’ obbligo di verifica diligente degli atti altrui, qualora rientrino nella competenza del professionista medio. Il componente dell’ equipe non verra’ percio’ chiamato a rispondere di errori che esulino dalla sua sfera di competenza, ma resta responsabile del fatto che, se vede commettere un errore da lui rimediabile, deve fare quanto in suo potere per emendarlo.
Fonte www.studiocataldi.it

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