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Sovradiagnosi da PSA |
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Inserito il 12 febbraio 2007 da admin. - urologia - segnala a:
Il diffondersi del dosaggio del PSA porta ad un aumento delle sovradiagnosi di cancro prostatico.
In un primo studio [1] sono stati associati i dosaggi del PSA effettuati presso l'ospedale di Addenbrooke e i casi di cancro prostatico registrati. E' stata inoltre calcolata la differenza tra chi, prima della diagnosi di cancro prostatico, aveva fatto il dosaggio del PSA almeno nei sei mesi precedenti e chi non aveva fatto il test. La probabilità di sovradiagnosi è stata calcolata usando i dati dell' aspettativa di vita disponibili per la popolazione maschile del Regno Unito. Nel periodo considerato hanno eseguito almeno una volta il dosaggio del PSA 8894 uomini, distribuiti secondo queste fasce d'età: 50-59 anni (23%), 60-69 anni (30%), 70-79 anni (38%). Il cancro della prostata venne diagnosticato solo in 32 dei soggetti testati (pari allo 0,4%). La frequenza di diagnosi di cancro prostatico era più elevata del 45% (RR 1,45; IC95% 1,02-2,07) negli uomini che avevano dosato il PSA. Secondo gli autori più di metà dei casi diagnosticati nei soggetti che avevano dosato il PSA è probabilmente una sovradiagnosi. I ricercatori hanno anche trovato che la proporzione di uomini > 40 anni che eseguono il dosaggio del PSA è cresciuta dall' 1,4% nel 1996 al 5,2% nel 2002. In un altro studio pubblicato contemporaneamente [2] si evidenzia come in East Anglia sia stato registrato un 6% in più di diagnosi di cancro prostatico nel periodo 1991-2000 rispetto ai valori attesi, calcolati basandosi sul trend della neoplasia prima del 1991. Circa un quarto di questi casi potrebbe essere attribuito al dosaggio del PSA.
Fonte: 1. Pashayan N et al. Excess cases of prostate cancer and estimated overdiagnosis associated with PSA testing in East Anglia British Journal of Cancer 2006 Aug 7; 95: 401-405 2. Pashayan N et al. Incidence trends of prostate cancer in East Anglia, before and during the era of PSA diagnostic testing British Journal of Cancer 2006 Aug 7; 95: 398-400
Commento di Renato Rossi
Continua la storia infinita del PSA. I due studi pubblicati dal British Journal of Cancer suggeriscono che circa la metà dei casi di cancro prostatico diagnosticati grazie allo screening con dosaggio del PSA siano in realtà delle sovradiagnosi. Per sovradiagnosi si intende la scoperta di un cancro grazie al test in un soggetto del tutto asintomatico che altrimenti, durante la sua vita, non avrebbe mai avuto questa diagnosi. In pratica il test porta a scoprire cancri prostatici "indolenti" che non sarebbero mai divenuti clinicamente sintomatici e che mai avrebbero portato a morte il paziente. Pillole.org si è più volte occupato dell'argomento e anche recentemente ha concluso che per ora non sappiamo se lo screening riduca o meno la mortalità, per cui le speculazioni continueranno finchè non avremo i risultati di due RCT in corso (vedi in: http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=2576) Nel frattempo quale dovrebbe essere il comportamento del medico di fronte al paziente asintomatico che chiede il PSA? Riteniamo che sia corretto esplicitare chiaramente le incertezze che ancora esistono, illustrando i possibili benefici di una diagnosi precoce ma anche i rischi di trovare un tumore clinicamente non evolutivo e di incorrere negli effetti collaterali del trattamento. Sullo screening è stato elaborato nel 2004 da parte di numerose società scientifiche italiane un documento di consenso al quale si rimanda: http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=46&.
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