L'automonitoraggio della terapia anticoagulante con autoaggoiustamento delle dosi garantisce risultati migliori rispetto al management tradizionale.
La possibilità emerge da una metanalisi pubblicata di recente su Lancet e già riportata su pillole (vedi: http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=2321) che ha dimostrato come il coinvolgimento attivo dei pazienti attraverso l'automonitoraggio o l'autogestione sia in grado di ridurre gli episodi tromboembolici, le emorragie gravi e tutte le cause di mortalità rispetto al monitoraggio tradizionale.
Qual'è il messaggio? Questo studio e altri del genere sostengono il ruolo attivo del malato attraverso un suo maggior coinvolgimento nella gestione della propria malattia (quello che gli anglosassoni chiamano empowerment) che porta a diversi vantaggi: sgravi sul SSN, maggior responsabilizzazione del malato e quindi migliori cure.
Come fare? Per ottenere questi risultati occorre formazione e informazione, come sostenuto dagli autori dello studio di Lancet, affinché i trattamenti autosomministrati siano seguiti nella maniera corretta, sono necessari una formazione sia del medico sia del paziente e, soprattutto, un investimento in campagne informative e comunicative ad hoc, che abbiano come obiettivo sottolineare l'importanza dell'aderenza alle terapie.