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Trattamento medico delle arteriopatie periferiche
Inserito il 18 marzo 2006 da admin. - cardiovascolare - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Una revisione sistematica ha individuato i trattamenti efficaci per le arteriopatie periferiche alla luce della EBM.

Una ricerca in MEDLINE e nel database della Cochrane ha permesso di ritrovare gli studi randomizzati e le metanalisi, pubblicate dal 1990 al novembre 2005, in cui veniva valutato il trattamento medico delle arteriopatie periferiche. Gli oucomes considerati erano: la claudicatio intermittens, la distanza percorsa camminando, la qualità di vita, la morte, gli eventi maggiori coronarici e cerebrovascolari.
La revisione ha permesso di stabilire quali sono i trattamenti non chirurgici più efficaci.
La claudicatio intermittens e la distanza percorsa possono essere migliorati dalla sospensione del fumo, da un programma strutturato di esercizio fisico, dalle statine, dal cilastozol, dagli aceinibitori. Il rischio di eventi cerebrovascolari e coronarici può essere ridotto dall'uso di aceinibitori e altri farmaci antipertensivi, dalle statine, dagli antiaggreganti e probabilmente anche dalla cessazione del fumo.

Fonte: JAMA. 2006; 295:547-553.

Commento di Renato Rossi

Le arteriopatie periferiche costituiscono un' importante patologia sia perchè sono gravate da complicanze che interferiscono sulla qualità della vita (claudicatio intermittens), sia perchè possono portare a conseguenze gravi come l'amputazione di un piede o di un arto. Inoltre si possono considerare un fattore prognostico negativo "hard" per eventi coronarici, stroke e decesso da cause cardiovascolari. I dati riportati da questa revisione (e che dovrebbero ormai far parte del bagaglio culturale di ogni medico) mostrano però che un trattamento medico adeguato (statine, antiaggreganti, antipertensivi) ed un corretto stile di vita (sospensione del fumo, attività fisica regolare) sono in grado di ridurre le complicanze locali e il rischio cardiovascolare. Un paziente con documentata arteriopatia periferica dovrebbe quindi essere considerato alla stregua di un infartuato o di un diabetico e trattato di conseguenza.

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