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Tamossifene previene il cancro della mammella |
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Inserito il 24 marzo 2006 da admin. - oncologia - segnala a:
Il tamoxifene previene il cancro della mammella nelle donne ad alto rischio.
Nello studio National Surgical Adjuvant Breast and Bowel Project Brest Cancer Prevention Trial (P-1) sono state arruolate 13.388 donne ad alto rischio di cancro della mammella. Per essere reclutate le pazienti dovevano avere un rischio calcolato a 5 anni di almeno 1,66% oppure una storia di carcinoma lobulare in situ o di iperplasia atipica. Dello studio erano già stati pubblicati in precedenza dati con follow-up più breve, ora vengono riporatti i risultati a più lungo termine. Dopo un follow-up medio di 7 anni il tamoxifene ridusse il rischio di cancro inavsivo da 42,5 a 24,8 casi per 1000 donne. Il rischio di malattia non invasiva venne ridotto da 15,8 a 10,2 casi per 1000 donne. Il tamoxifene fu associato inoltre ad un riduzione del 32% del rischio di fratture osteoporotiche. Il trattamento comportò anche un aumento del rischio di eventi trombotici e di cancro dell'endometrio, simile a quello già riportato nei dati preliminari dello studio. Fonte: J Natl Cancer Inst 2005;97:1652-1662.
Commento di Renato Rossi Della chemioprevenzione del cancro mammario si è occupata in passato la United States Preventive Services Task Force, dopo aver esaminato gli studi di prevenzione farmacologica del cancro della mammella in donne senza precedente diagnosi di malattia: 3 studi con il tamoxifene e uno con il raloxifene [1]. Il tamoxifene riduce il rischio relativo di circa il 50% e il raloxifene del 76% nelle donne che sono ad aumentato rischio a causa di una anamnesi familiare positiva per il tumore, di un menarca precoce, per aver avuto figli in tarda eta' o per essere nullipare o ancora per aver avuta una precedente biopsia mammaria, ancorche' negativa. La chemioprevenzione funziona solo per i tumori positivi per i recettori degli estrogeni. L'USPSTF consiglia la chemioprevenzione nelle donne che hanno un rischio stimato di cancro mammario a 5 anni > 1,66%. Il calcolo viene effettuato tramite un software (reperibile al sito: http://cancer.gov/bcrisktool/) che sfrutta il modello di Gail e tiene conto di alcune variabili (razza, eta', familiarita' per ca mammario, eta'delle prime mestruazioni e del parto, precedenti di biospia mammaria). Lo studio piu' esteso e' quello americano con piu' di 13.000 donne arruolate che avevano un rischio stimato di cancro mammario a 5 anni di 1.66%: il tamoxifene ha portato ad una riduzione del rischio relativo del 49% (RR 0.51 IC95% 0.39-0.66). Al contrario due studi europei, di dimensioni contenute, non hanno mostrato alcun beneficio significativo con il farmaco; cio' puo' dipendere dal fatto che in ciascuno di questi due trials solo poche donne hanno assunto tamoxifene per l'intero periodo dello studio, oppure dal fatto che gli studi sono troppo piccoli e di breve durata. Nello studio con il raloxifene (Studio MORE, donne in post-menopausa con osteoporosi) si ottenne una riduzione del rischio per ca mammario invasivo del 76%. Da ricordare pero' che si tratta di una analisi post-hoc perche' lo sviluppo di tumore mammario non era previsto come end-point principale essendo lo studio concepito per valutare l'efficacia del farmaco sulle fratture. Sfortunatamente i due farmaci hanno degli effetti collaterali, alcuni dei quali sono potenzialmente gravi. Controindicazioni al loro uso sono: storia di trombosi, ipertensione o diabete. Entrambi i farmaci aumentano il tromboembolismo venoso, le vampate di calore, e (per il tamoxifene) il rischio di cancro dell'endometrio e lo stroke. La decisione se intraprendere o meno la terapia preventiva dovrebbe essere presa di comune accordo tra donna e medico dopo aver dscusso rischi e benefici: purtroppo le cose in questo campo non sono facili, almeno fino al 2006, quando saranno disponibili i risultati dello studio STAR, nel quale vengono paragonati direttamente tamoxifene e raloxifene. Inoltre la durata della chemioprevenzione non e' nota e non si sa con sicurezza se essa possa salvare delle vite. E' importante che il medico sconsigli il tamoxifene in prevenzione primaria nelle donne a basso medio rischio e discuta l'opportunita' di iniziare la terapia (quindi non la raccomandi tout-court) con le donne a rischio elevato. Bibliografia: 1. Ann Inter Med 2002 Jul 2; 137: 52-54, 56-58, 59-69
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