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Il rischio di infarto è meglio calcolarlo con il rapporto vita/fianchi
Inserito il 04 novembre 2005 da admin. - cardiovascolare - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Il rapporto vita/fianchi si è rivelato un indice molto più preciso del rischio di infarto miocardico rispetto all'indice di massa corporea.

In uno studio caso controllo su una popolazione di 27008 soggetti di 52 nazioni (12461 casi e 14637 controlli) comprendenti vari gruppi etnici sono stati valutati le circonferenze della vita, dei fianchi, il loro rapporto e l'indice di massa corporea al fine di valutare la capacità di predire l'infarto miocardico. Suddividendo la popolazione in quintili in base ai valori del rapporto vita/fianchi il rischio di IMA è progressivamente aumentato dal quintile inferiore al successivo (2° quintile: 1,15; 95%IC 1,05–1,26; 3° quintile: 1,39; 1,28–1,52; 4° quintile: 1,90; 1,74–2,07; 5° quintile: 2,52; 2,31–2,74). Anche le singole misure della circonferenze della vita e dei fianchi si sono rivelate indicative del rischio di IMA. Invece l'indice di massa cororea non è risultato significativamente associato al rischio di infarto dopo aver corretto proprio per il rapporto vita/fianchi. Gli autori concludono che la definizione di obesità in funzione della stima del rischio di IMA dovrebbe far riferimento non in base al BMI, ma al rapporto vita/fianchi.

Fonte: Lancet 2005; 366:1640-1649.
doi: 10.1016/S0140-6736(05)67663-5

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