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Profilassi antibatterica utile in corso di chemioterapia
Inserito il 17 dicembre 2005 da admin. - oncologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Trattamento profilattico con levofloxacina 500/mg/die riduce febbre e batteriemia in corso di chemioterapia.

In un primo studio [1] sono stati arruolati 760 pazienti affetti da neoplasia, che si sottoponevano al trattamento chemioterapico, randomizzati a levofloxacina (500 mg/die) o placebo iniziati all'inizio della chemioterapia e protratti fino alla risoluzione della neutropenia farmaco-indotta.
I pazienti nel gruppo in trattamento attivo mostravano una più bassa incidenza di febbre (65% vs 85%) e di batteriemia documentata. Il beneficio della profilassi risultò simile sia nei pazienti con leucemie acute che in quelli con linfomi o tumori solidi.

In un secondo studio [2] sono stati arruolati 1565 pazienti che erano trattati con cicli di chemioterapia perchè affetti da tumori solidi o linfomi e che erano perciò a rischio di grave neutropenia farmaco-indotta.I pazienti sono stati trattati con levofloxacina (500 mg/die) o placebo per sette giorni. Almeno un episodio febbrile si verificò nel 15,2% dei pazienti del gruppo placebo e nel 10,8% del gruppo levofloxacina ( p = 0.01). Si rese necessaria l'ospedalizzazione nel 21,6% dei pazienti trattati con placebo e nel 15,7% dei trattati con levofloxacina ( p = 0,004)

Fonti:
1. N Engl J Med 2005 ; 353:977-987
2. N Engl J Med 2005 ; 353: 988-998

Commento di Renato Rossi
E' noto che il trattamento chemioterapico può produrre gravi neutropenie con conseguente rischio infettivo. La profilassi antibiotica fino ad oggi era controversa e in generale le linee guida non fornivano raccomandazioni stringenti in tal senso, anche se nella pratica un trattamento antibiotico profilattico viene spesso prescritto. I risultati di questi due studi avvalorano questa abitudine: il trattamento con levofloxacina alla dose di 500 mg/die riduce il numero di episodi febbrili, il rischio di batteriemia e le ospedalizzazioni.
Ora i medici hanno una base teorica che giustifica il trattamento antibiotico profilattico nei pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia e ad alto rischio di sviluppare neutropenie importanti e infezioni gravi. I benefici sono evidenti sia nelle leucemie che nei linfomi e nei tumori solidi e il costo è ragionevole: è necessario trattare circa 17 pazienti per evitare un ricovero.

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