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Statine ridurrebbero rischio di diffusione del K prostata
Inserito il 12 luglio 2005 da admin. - oncologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

L'utilizzo di agenti ipocolesterolemizzanti sarebbe associato con una riduzione della diffusione del K prostatico.

Secondo i risultati di uno studio retrospettivo effettuato su 34438 uomini, di età compresa tra 44 e 79 anni, senza evidenza di cancro alla prostata nel 1990. Tra questi 2074 hanno avuto una diagnosi di carcinoma prostatico entro il 2000. I casi di K prostatico avanzato sono risultati pari a 283 tra cui 206 avevano un tumore metastatico o che aveva causato la morte del paziente. L'utilizzo di qualunque agente ipocolesterolemizante (nel 90% dei casi si trattava di statine) è risultato associato con una riduzione del 50% del rischio di cancro avanzato e del 66% di cancro metastatico o fatale. Gli hazard ratios sono risultati rispettivamente di 0.54 e 0.34. Non è risultata alcuna significativa associazione tra utilizzo di agenti ipocolesterolemizzanti e tumori prostatici confinati alla ghiandola.

Fonte: Elizabeth A. Platz, Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, e colleghi del National Cancer Institute ed Harvard University; comunicazione al 96° meeting annuale dell'American Association for Cancer Research. Segnalatao da Reuters Health.

Commento di Luca Puccetti
I risultati potrebbero trovare una spiegazione nella riduzione della sintesi di alcuni steroidi, tra cui quelli sessuali, che hanno il colesterolo come precursore. In particolare è stato dimostrato che la simvastatina, inibendo la conversione del deidroepiandrosterone e androstenedione rispettivamente, ad androstenediolo e testosterone inibisce l'ultima tappa della steroidogenesi testicolare (1). Dunque l'utilizzo delle statine potrebbe portare ad una sorta di riduzione della produzione degli androgeni gonadici e pertanto diminuire il rischio di diffusione della malattia al di fuori dei confini prostatici. Non si possono escludere altri tipi di meccanismi di azione, come ad esempio la perossidazione delle LDL che induce una sorta di apoptosi delle cellule maligne (2). Ancora, la lovastatina determina un arresto della crescita e la morte di linee cellulari di carcinoma prostatico, agendo sull' inibitore della chinasi-ciclino-dipendente p21 (3, 4). D'altro canto un precedente lavoro retrospettivo non aveva evidenziato alcuna significativa associazione tra uso di statine e rischio di tumore al seno od alla prostata (5). Utilizzando dati di medici di medicina generale americani, l'utilizzo di statine non è risultato associato con una variazione del rischio di alcuno dei 13 tipi di tumori considerati, tuttavia la iperlipidemia non trattata è risultata associata con un modesto incremento del rischio di cancro del colon, della prostata e della vescica (6).

1) J Steroid Biochem Mol Biol. 1991 Apr;38(4):465-8
2) Cancer Res. 1994 Mar 1;54(5):1240-8
3) J Biol Chem. 1998 Apr 24;273(17):10618-23
4) Carcinogenesis. 2001 Oct;22(10):1727-31
5) Epidemiology. 2002 May;13(3):262-7
6) Br J Cancer. 2004 Feb 9;90(3):635-7

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