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Segno di Trousseau: svelato il nesso tra tumori e trombofilia
Inserito il 04 aprile 2005 da admin. - oncologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Il legame tra i trombi e il cancro si chiama Met un oncogene che, quando modificato, aumenta le probabilitą che insorgano trombi e al tempo stesso si sviluppino neoplasie.

La ricerca č stata realizzata condotta presso l'Istituto per lo studio e la cura dei tumori di Candiolo, diretto da Paolo Comoglio. Lo studio dei ricercatori del Dipartimento di oncologia molecolare, coordinati da Carla Boccaccio, č stato pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica Nature. Il legame tra tumori e ipercoagulabilitą era stato osservato gią nel 1865 anni fa dal clinico francese Armand Trousseau il quale aveva notato che in molte persone in cui era presente una tromboflebite migrante si sviluppava un tumore, specie del pancreas, e tale condizione č infatti nota come segno di Trousseau. L'oncogene Met codifica per il recettore per l'Hepatocite grow/scatter factor. L'iperespressione del Met conduce ad una complessa serie di eventi citoplasmatici cellulari (per i dettagli consultare questo documento)che inducono la proliferazine cullulare, l'inibizione dell'apoptosi e la promozione dell'angiogenesi. I ricercatori di Candiolo hanno usato topi geneticamente modificati: le loro cellule epatiche adulte presentavano il gene Met umano alterato. Sulle cavie č stata riscontrata una lenta crescita di masse tumorali, accompagnata dapprima da trombi, e successivamente da emorragie che spesso conducevano i topi alla morte. Il Met infatti oltre a favorire la crescita neoplastica incrementa l'attivitore dell'inibitore del plasminogeno (PAI-1) e della COX2. La scoperta potrebbe avere ricadute positive nella diagnosi precoce di tumori asimtomatici. L' identificazione dell' anello che lega il cancro con la coagulazione apre anche la strada allo sviluppo di nuove terapie mirate che siano in grado di prevenire o frenare crescita tumorale e metastasi.

Fonte: Nature. 2005;434(7031):396-400

Commento di Luca Puccetti
Questo studio potrebbe aprire anche alla comprensione dei meccanismi che hanno condotto all'incremento dei casi di eventi cardiovascolari riscontrati soprattutto in molti studi sulla poliposi intestinale in pazienti trattati con coxib!

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