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C-PAP riduce eventi cardiovascolari in apnee ostruttive
Inserito il 31 marzo 2005 da admin. - neurologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

L’apnea ostruttiva del sonno aumenta il rischio di eventi cardiovascolari ma la pressione positiva continua riduce questo rischio di due terzi.

Lo studio prospettico osservazionale ha incluso 377 uomini russatori semplici, 403 affetti da apnea ostruttiva morfeica da leggera a moderata non trattati, 235 con una patologia grave non trattati, 372 soggetti affetti e trattati con pressione positiva continua per via nasale e 264 controlli sani, omogenei per età ed indice di massa corporea. I partecipanti sono stati seguiti almeno una volta all’anno per un periodo medio di 10 anni. L’incidenza più elevata di eventi cardiovascolari fatali 1.06 per 100 persone-anno) e non fatali (2.13 per 100 persone-anno) è stata osservata nei pazienti affetti da apnea grave non trattati. Seguivano i pazienti trattati con patologia leggera o moderata (rispettivamente 0.55, p=0.02 per gli eventi fatali e 0.89, p<0.0001 per quelli non fatali), poi i russatori semplici (0.34, p=0.0006 e 0.58, p<0.0001), i pazienti trattati con pressione positiva (0.35, p=0.0008 e 0.64, p<0.0001) ed i controlli (0.3, p=0.0012 e 0.45, p<0.0001). Un trattamento con pressione positiva delle sindromi gravi da apnea morfeica ridurrebbe quindi di 3 volte il rischio di eventi cardiovascolari mortali e riporterebbe la probabilità di un evento cardiovascolare grave a livello di quella dei soggetti sani o dei russatori semplici.

Fonte: Lancet 2005; 365: 1046-53

Commento di Renato Rossi
La sindrome delle apnee ostruttive è stata oggetto in questi ultimi anni di numerose ricerche perchè si ritiene che essa sia associata ad un aumento del rischio di eventi cardiovascolari.
Pur trattandosi di uno studio osservazionale, questi dati confermano che la presenza di OSAS severa è, in effetti, associata ad un aumentato rischio di eventi cardiovascolari (infarto e stroke fatali e non fatali, procedure di rivascolarizzazione coronarica) e che il suo trattamento con ventilazione a pressione continua positiva potrebbe produrre benefici in tal senso. Non si possono escludere bias di selezione in quanto lo studio non era randomizzato, però gli autori hanno cercato di correggere i risultati per i vari fattori confondenti. Resta da stabilire quanto siano applicabili nella pratica clinica questi dati sia dal punto di vista diagnostico (per la diagnosi, sospettata clinicamente, è necessario disporre di un laboratorio attrezzato per la polisonnografia) che terapeutica (non è comodo dormire con la CPAP applicata).


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